La sfida di Grillo a Conte: "Il garante sono io". Giubitosa: "Fa il padrone, non può fermarci"

Il fondatore pensa alle carte bollate: "A ottobre sfida tra visioni"

La sfida di Grillo a Conte: "Il garante sono io". Giubitosa: "Fa il padrone, non può fermarci"
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Beppe Grillo va alla guerra e pensa alle carte bollate. L'ultima stilettata è un post pubblicato sul Blog mentre il fondatore è a Roma, da dove è ripartito in serata dopo una toccata e fuga. Al momento l'idea che filtra dal bunker del garante è quella di un «congelamento» del M5s. Di una battaglia legale a colpi di interpretazioni delle sentenze dei tribunali. Giurisprudenza che, secondo Grillo, gli assegnerebbe la titolarità di nome e simbolo del M5s. «Ormai è chiaro come il sole: a ottobre vi troverete davanti a un bivio, costretti a scegliere tra due visioni opposte di cosa debba essere il M5s. Ad oggi non mi sembra si stia compiendo un'opera di rinnovamento, ma un'opera di abbattimento», scrive Grillo nel suo post, intitolato Repetita Iuvant. «Non esistono regole perfette - aggiunge Grillo - ma è evidente che i conflitti d'interesse si acuiscono quando i rappresentanti si chiudono nei loro privilegi e si rifiutano di lasciare lo spazio agli altri. Proprio per questo, Gianroberto ed io abbiamo capito che, per creare un modello diverso dai partiti tradizionali, dovevamo stabilire alcune regole fondamentali, inviolabili». Quindi la minaccia dell'impugnazione delle modifiche dell'assemblea. «Ora, esplicito ancora di più quanto avevo inteso già fare con quel post, purtroppo ignorato dal Presidente Conte: esercitare i diritti che lo Statuto mi riconosce in qualità di garante, ossia custode dei valori fondamentali dell'azione politica del M5s», scrive Grillo. Al comico replica il vicepresidente del M5s Michele Gubitosa, che attacca il «padre padrone Grillo», che «parla di mandati ma è l'unico a garantirsi un ruolo a vita». Gubitosa incalza anche sulla consulenza di 300mila euro erogata al comico dal M5s per occuparsi della gestione della comunicazione dei Cinque Stelle: «Se va avanti così è inadempienza contrattuale, forse a quel punto sarebbe più utile usare quelle risorse per scopi più utili». E ancora, l'esponente contiano ribadisce: «Sia il nome sia il simbolo risultano intestati all'associazione attuale guidata da Conte, Grillo non può fermare il voto degli iscritti, né contestarne l'esito».

«Lo statuto riconosce al garante due essenziali poteri, il primo come custode dei valori, il secondo sta nella possibilità di chiedere conferma della deliberazione dell'assemblea, quindi può far ripetere una votazione e ha solo un potere di moral suasion, può fare una raccomandazione», conferma a Il Giornale il deputato-notaio del M5s Alfonso Colucci, responsabile dell'area legale dei pentastellati, uno degli uomini più vicini a Conte.

«Tra l'altro il principio dei due mandati è stabilito dal Codice Etico, mentre lo statuto, all'articolo 13, prevede che, su proposta del presidente, di concerto con il garante, e con deliberazione del Consiglio nazionale, si possa modificare il simbolo, quindi c'è la previsione che possa essere modificato, questo è il principio che conta più che il procedimento», continua Colucci. Che ripete: «Grillo ha assunto delle obbligazioni secondo cui rinuncia a qualsiasi contestazione su nome e simbolo, anche come modificabili in futuro».

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