Sfuma la patrimoniale. Ma l'Europa prepara un'altra tassa sui rifiuti

Bocciati gli emendamenti della sinistra. Ora l'europarlamento cerca nuove risorse

Sfuma la patrimoniale. Ma l'Europa prepara un'altra tassa sui rifiuti
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Il voto all'Europarlamento sulla risoluzione «Risorse proprie: un nuovo inizio per le finanze dell'Ue, un nuovo inizio per l'Europa», promossa dalla sinistra europea, ci consegna un esito in chiaroscuro. Se infatti sono stati bocciati gli emendamenti (sottoscrittii anche dagli europarlamentari del Pd) che chiedevano una patrimoniale e di colpire i «redditi eccessivi», è stata approvata l'introduzione di nuove tasse. Fortunatamente si tratta di un voto di indirizzo del Parlamento europeo e non di indicazioni vincolanti ma già in passato è accaduto in numerose occasioni che tali decisioni si trasformassero in legge.

Scorrendo la risoluzione, emergono vari punti critici come la richiesta di imporre «agli Stati membri con un divario retributivo di genere più ampio di contribuire in misura maggiore rispetto agli Stati membri con un divario retributivo di genere più ridotto, in modo proporzionato». In soldoni, i Paesi con un minor divario retributivo di genere, pagano meno tasse favorendo così un modello basato su nuove quote rosa.

Si arriva poi alla richiesta di ulteriori tasse legate al tema dei rifiuti attraverso l'introduzione di «nuove risorse proprie legate a tipi di rifiuti oltre ai rifiuti di imballaggio di plastica, che incentiverebbero, tra l'altro, gli Stati membri ad aumentare la percentuale di rifiuti destinati al reimpiego e al recupero». In sostanza, i Paesi che riciclano meno pagano più tasse, un approccio ribadito al punto 28 della risoluzione in cui si chiede «agli Stati membri che riciclano meno rifiuti organici di contribuire in misura maggiore rispetto agli Stati membri che riciclano maggiori quantità di rifiuti organici».

Lo stesso dicasi per i rifiuti alimentari proponendo una «nuova chiave di distribuzione che imponga agli Stati membri di versare contributi basati sulla quantità di rifiuti alimentari generati in un determinato anno».

Come spiega l'europarlamentare Marco Zanni, presidente del gruppo Id: «La piccola buona notizia è che la proposta di una nuova patrimoniale europea avanzata dal Pd e dai suoi alleati con emendamenti al Parlamento europeo è stata scongiurata. Per fortuna, nel voto delle singole proposte ha prevalso il buonsenso. Peccato però che la risoluzione sulle risorse proprie, nonostante il voto non favorevole da parte delle forze di centrodestra al governo in Italia, sia stata approvata dal Parlamento, con contenuti alquanto discutibili e una pioggia di nuove tasse anche in base al gap salariale di genere degli Stati, alle percentuali di riutilizzo di rifiuti e agli sprechi alimentari, un modo subdolo di imporre l'agenda politica ideologica di Bruxelles agli Stati membri».

L'europarlamentare di Italia Viva e Renew Europe, Nicola Danti, pur rivendicando l'approvazione della risoluzione, sottolinea come sia «fallita l'operazione patrimoniale europea» precisando che a suo favore ha votato «la maggioranza della delegazione Pd, a dimostrare che ormai con o senza la D la deriva massimalista della nuova segreteria è arrivata a Bruxelles».

Se la bocciatura dell'euro patrimoniale è una buona notizia, preoccupa l'approccio dirigistico dell'Ue che, per l'ennesima volta, cerca di imporre in modo indiretto le politiche ai singoli Stati cercando di mettere le mani nelle tasche dei cittadini.

Il tentativo di indorare la pillola chiamandole «risorse proprie» non è sufficiente a nascondere la verità: si tratta ancora una volta del tentativo di introdurre nuove tasse che colpiranno le imprese, i lavoratori e le famiglie.

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