Politica

"Si deve vincere". La Siracusano insiste sul ponte sullo stretto

L'onorevole Matilde Siracusano, esponente di Forza Italia, vuole un'accelerazione sul ponte sullo stretto di Messina. Poi la battaglia (vinta) sulle baraccopoli e le aspettative sulla riforma del Csm

"Si deve vincere". La Siracusano insiste sul ponte sullo stretto

L'onorevole Matilde Siracusano, esponente di Forza Italia, non intende rinunciare al ponte sullo stretto di Messina ed anzi rilancia la questione, sottolineando come quella "battaglia", secondo il suo punto di vista, debba essere vinta.

La parlamentare di Fi, che è stata eletta alle scorse elezioni politiche presso il collegio Sicilia I, ha rilascitato un'intervista a SprayNews in cui ha toccato numerosi punti della sua attività politica, tra cui l'impegno per l'edificazione del ponte sullo stretto di Messina. Per l'esponente del partito guidato da Silvio Berlusconi non c'è molto da discutere, se non altro perché un'altra opzione non esiste: "Non c’è una scelta alternativa a quella di realizzare un’opera che colleghi la Sicilia all’Europa, anche perchè è la stessa UE a volere il Ponte sullo Stretto, più dell’Italia".

Il tema, in via diretta, riguarda anche l'isolamento cui la Sicilia andrebbe incontro nel caso in cui quell'opera non venisse mai realizzata: "Non si può abbondare la Sicilia con un’economia isolata che è quella in cui versa in questo momento, tra l’altro abbiamo appena approvato una legge che modifica la Costituzione, indicando l’insularità come condizione particolare e svantaggiata", ha fatto presente. La Siracusano non ha nascosto la necessità di un'accelerazione da parte dell'esecutivo, mentre il ministro Giovannini è stato definito "tiepido" sul punto. Il tempo che passa, in sintesi, è considerato un fattore dalla parlamentare.

Poi la parte sulle baraccopoli di Messina, città di cui la Siracusano è originaria: un problema strutturale che l'onorevole di Fi è riuscita a risolvere - ha dichiarato - grazie ad un'assidua attività che ha convinto pure i ministri competenti. "La Baraccopoli di Messina è una vera e propria barbarie che vessava la mia città da quasi 100 anni - ha raccontato alla fonte sopra citata - , uno scempio a cui ormai non si poteva davvero più assistere. Diciamo che dal primo giorno della mia attività parlamentare - ha continuato - sono stata un po' un’ossessione per tutti i miei colleghi rispetto a questo dramma: ho organizzato diverse iniziative, ho fatto numerosi interventi alla Camera, e normative legislative nell’ambito dei vari provvedimenti".

Oltre ad aver specificato le motivazioni per cui ha deciso di rinunciare alla candidatura a sindaco di Messina per le ormai imminenti elezioni amministrative, la deputata ha anche voluto affrontare i temi che tengono banco sul piano nazionale. Uno su tutti: la Giustizia. Per la Siracusano è "necessaria una riforma seria e profonda del sistema giudiziario e della magistratura: attualmente all’esame della Commissione di Giustizia c’è la Riforma del CSM. Devo dire che rispetto all’obiettivo che noi del centrodestra ci siamo posti, a mio avviso, il risultato sarà inferiore". Insomma, l'onorevole fa parte di coloro che attendevano una svolta più incisiva.

La chiosa è stata riservata alle scelte da compiere in merito al conflitto scatenato da Vladimir Putin alle porte d'Europa: "Purtroppo al momento l’invio di armi all’Ucraina - ha osservato la Siracusano - è l’unico aiuto possibile per evitare il terzo conflitto mondiale insieme alle sanzioni, che naturalmente sono dolorose, perchè svantaggiano anche coloro che le impongono, in particolar modo l’Italia che non è autosufficiente dal punto di vista energetico delle materie prime e anche di tantissimi altri prodotti".

Commenti