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Si vota l'anti-ribaltone. Lega, stop al ballottaggio

Oggi in Senato il tassello decisivo del premierato. Riflettori accesi sull'ipotesi doppio turno elettorale

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Stabilità e rispetto del voto sono le parole chiave della riforma sul premierato e la norma anti-ribaltone vuole garantire questi principi. È all'articolo 4 del disegno di legge costituzionale sul quale ieri si sono votati gli emendamenti in commissione Affari costituzionali del Senato. La questione del ritorno alle urne e del secondo premier di maggioranza, che può subentrare al primo solo in casi eccezionali, ha infiammato il dibattito politico in questi mesi, ma alla modifica più importante predisposta dal ministro per le Riforme Elisabetta Casellati si arriverà stamattina.

Le opposizioni, che solo su questo punto hanno presentato 250 emendamenti, spostano ancora l'attenzione sulla futura legge elettorale e in particolare sull'eventuale ballottaggio per scegliere il premier. Questione che sarà affrontata solo in una legge separata, dopo almeno la prima approvazione della riforma costituzionale, hanno spiegato martedì dalla maggioranza e hanno ripetuto ieri. Ma dopo la cauta apertura sul doppio turno da parte della titolare delle Riforme Casellati e del presidente di FdI della commissione Alberto Balboni, ieri hanno fatto rumore le dichiarazioni critiche del capogruppo leghista Massimiliano Romeo e dell'azzurro Alessandro Cattaneo. Il primo, a «Un giorno da pecora» su Rai Radio 1, ha spiegato che lui è per togliere il ballottaggio dai Comuni e anche a livello nazionale: «È un sistema che non mi piace». L'altro ha avanzato un dubbio: «Gli italiani ci vanno con numeri molto bassi, ampiamente sotto al 50 per cento. Io non sono d'accordo francamente».

Il centrodestra non ha mai amato questa formula, che di solito lo penalizza, ma in quest'occasione Balboni ribadisce che è un'ipotesi e che le dichiarazioni radiofoniche di Romeo «non sono vincolanti». Il dem Dario Parrini in commissione chiede chiarimenti sulle parole del leghista e Casellati risponde: «Capisco le suggestioni dell'opposizione, ma ho già dichiarato che è prematuro parlare di legge elettorale fino a che non sarà terminata la prima lettura. Sollecitare domande che non possono avere risposta compiuta è singolare. Formulare una legge elettorale che non sarà semplicissimo fare, richiede avere tutti i principi».

Solo chiacchiere per ora, anche perché alla fine in maggioranza c'è chi dice che si potrebbe solo modificare la legge attuale, senza farne una nuova. Il presidente dei senatori di Fi Maurizio Gasparri ribadisce che «non è all'ordine del giorno nessuna modifica della legge elettorale, tema che verrà dopo, se verrà, nessuno lo usi per manovre diversive».

Le opposizioni fanno il loro lavoro e la leader Pd Elly Schlein dice a «Porta a porta» che anche se ci fosse il ballottaggio la riforma indebolirebbe il parlamento e non si ammorbidirebbe la posizione dei dem. I suoi in Commissione chiedono nuove audizioni di costituzionalisti sulle modifiche al testo con gli emendamenti del governo. Per Balboni si può ragionare su 2 o 3 la prossima settimana, ma «senza sconvolgere l'andamento dei lavori».

Nella seduta viene approvato l'emendamento 3 del governo sul premio nazionale al Senato, mentre viene accantonato l'emendamento dell'ex presidente del Senato Marcello Pera sullo statuto delle opposizioni e il «premier ombra», che sarà discusso con quelli sullo stesso argomento delle opposizioni all'articolo 1, accantonati nelle scorse settimane.

Intanto Fdi ha presentato in Senato comitati civici per il premierato, costituiti in vista della probabile battaglia del referendum confermativo sulla riforma.

E all'incontro ha portato il suo saluto anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.

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