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"Sia più cauto", "Parlo con Tria". È lite tra Conte e Moscovici

Scontro tra Roma e Bruxelles sulla manovra. Il premier: "Moscovici non partecipi al dibattito politico". E lui lo snobba

"Sia più cauto", "Parlo con Tria". È lite tra Conte e Moscovici

Moscovici torna all'attacco e il governo risponde a stretto giro. Continua lo scontro tra Roma e Bruxelles sul fronte della manovra economica licenziata dall'esecutivo ebocciata dalla Commissione Ue. "Gli italiani non possono fare quello che vogliono", ha detto il commissario scatenando la reazione piccata del premier Conte.

Oggi il presidente del Consiglio italiano era occupato nella conferenza stampa congiunta col primo ministro della Repubblica Algerina Democratica e Popolare, Ahmed Ouyahia. E nell'occasione non ha mancato di toccare tutti i temi caldi dell'attualità politica. Si va dall'emergenza mantempo alla fiducia sul dl Sicurezza, passando - ovviamente - per il botta e risposta con Bruxelles.

Partiamo da qui. "Nelle sedi appropriate ribadirò la nostra posizione" sulla manovra, ha detto il premier. Che poi ha lanciato un avvertimento agli alti burocrati europei: "Non voglio nemmeno pensare - è il ragionamento - che la Commissione si lasci condizionare da argomenti di carattere politico". In molti infatti hanno visto nei ripetuti affondi dei vari Juncker e Moscovici una certa avversione per l'esecutivo gialloverde. Dai più definito populista. Le parole del primo ministro d'Italia sembrano aver provocato l'immediata reazione della Commissione. Che per voce di Moscovici ha "liquidato" Conte affermando che l'interlocutore privilegiato è Tria e non il capo del governo. "Il mio interlocutore si chiama Giovanni Tria - ha detto il commissario - sono persuaso che Tria abbia compreso che è necessario che l'Italia resti nelle regole e agisca nel quadro di queste regole, anche se sta a lui dirlo".

Intanto però è anche la pioggia a impensierire il presidente del Consiglio. A Palermo "ho trovato una situazione molto critica" - ha detto Conte - "la Sicilia sarà tra le regioni per le quali delibereremo lo stato d'emergenza in cdm, un cdm che si terrà in settimana e che non era prefissato ma che si terrà in via straordinaria". Intanto ha confermato il miliardo di euro stanziato per il "riassetto idrogeologico", già deliberati "in un quadro pluriennale di intervento". Ma lo stato di emergenza scatterà "per più urgenti interventi nelle regioni funestate da maltempo - ha spiegato il premier - Sulle somme da destinare non mi fate domande: stiamo cercando di ampliare il plafond a disposizione. Nel prossimo cdm ci saranno le prime somme, non saranno sufficienti ma utili per avviare gli interventi in urgenza, poi le altre le stiamo reperendo".

Altra grana arriva invece dal dl Sicurezza in queste ore in discussione alla Camera. La maggioranza traballa sotto i colpi dei dissidenti del M5S che non vogliono votare il decreto salviniano. La fiducia? Probabilmente ci sarà, ma per ora Conte fa melina e rinvia a domani la decisione. "Porre la fiducia è una decisione da non prendere mai a cuor leggero, vengono valutate tutte le circostanze - ha detto - Sino all'ultimo aspetteremo la decisione definitiva. Domani scioglieremo la riserva. Se c'è una particolare situazione parlamentare, per richiamare alla responsabilità tutte le forze di maggioranza, niente di drammatico ma fino all'ultimo ci riserveremo la decisione finale".

Decisione difficile, come quella sulla prescizione con i malumori della Lega. "Scioglieremo i dubbi tra stasera e domattina", dice il premier, ma "essendo anche nel contratto di Governo manterremo il punto.

Ci sarà un vertice con Lega e M5S per sciogliere il nodo.

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