Il silenzio di Meloni e l'irritazione di Tajani. "Politica estera in capo a Chigi e Farnesina"

Tensione nel governo. Tace il ministro degli Esteri. Anche Fdi non parla. Ieri un'altra protesta di Parigi

Il silenzio di Meloni e l'irritazione di Tajani. "Politica estera in capo a Chigi e Farnesina"
00:00 00:00

da Roma

Non parla Giorgia Meloni. E pure Antonio Tajani, a differenza di altre volte, evita di intervenire in prima persona nell'ennesima crisi diplomatica scatenata dalle parole di Matteo Salvini. Che mercoledì scorso ha nuovamente affondato il colpo su Emmanuel Macron, questa volta però scatenando la reazione dell'Eliseo, tanto che il giorno seguente il Quai d'Orsay (il ministero degli Esteri francese) ha deciso di convocare l'ambasciatrice italiana a Parigi Emanuela D'Alessandro per una protesta formale. Rimostranza che la diplomazia d'oltralpe ha reiterato nuovamente ieri, poco prima che il vicepremier leghista decidesse di metterci il carico da novanta dando a Macron del "permaloso" e dicendo che "l'80% dei francesi non lo gradisce".

L'imbarazzo della Farnesina è palpabile, anche perché - al netto delle legittime divergenze e dei recenti contrasti tra Palazzo Chigi ed Eliseo - la Francia resta uno dei principali alleati dell'Italia. Senza contare che non è la prima volta - e certamente non sarà l'ultima - che Salvini mette nel mirino il presidente francese. Anche lo scorso marzo, infatti, il leader della Lega polemizzò con "quel matto di Macron". Mercoledì scorso sull'eventuale invio di truppe europee in Ucraina, in quell'occasione sull'ipotesi di un esercito europeo. Un'escalation iniziata a giugno dello scorso anno quando l'invito di Salvini fu piuttosto eloquente: "Mettiti l'elmetto, vai a combattere e non rompere le palle".

In tutte quelle occasioni, Tajani era intervenuto in prima persona spiegando anche a favore di telecamere che "la politica estera la fanno Palazzo Chigi e la Farnesina", lasciando quindi intendere che quelle di Salvini erano posizioni personali. Questa volta, invece, il vicepremier e ministro degli Esteri ha preferito non metterci la faccia, convinto che la tensione con Parigi sia ormai così alta da richiedere un intervento diretto di Palazzo Chigi. D'altra parte, fanno notare da Forza Italia, l'ultima "convocazione" dell'ambasciatore italiano a Parigi risale al 2019, quando l'allora vicepremier Luigi Di Maio accusò la Francia di colonialismo. E se è vero che - come fanno notare dalla Lega - Salvini parla in qualità di leader di partito, è innegabile che il suo ruolo di vicepresidente del Consiglio renda le sue parole decisamente più rumorose. Così, ieri Tajani si è limitato a mandare avanti Deborah Bergamini. "La politica estera italiana - ha ribadito il concetto la vicesegretaria dei Forza Italia - spetta alla presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri". A tutto il resto del partito, invece, la consegna del silenzio.

La stessa che hanno tenuto Palazzo Chigi e tutti gli esponenti di Fratelli d'Italia. Non una parola sulla vicenda, per evitare di alimentare una polemica che l'opposizione sta legittimamente cavalcando ormai da ieri mattina. Che poi nel merito Meloni condivida quanto detto da Salvini - la premier si è sempre detta contraria all'invio di truppe italiane ed europee in Ucraina - è altra cosa. La diplomazia, d'altra parte, funziona secondo canoni ben codificati e una cosa è dissentire ai tavoli negoziali, altra aprire uno scontro pubblico così fragoroso. Che rischia di portarsi dietro qualche strascico se ieri Parigi ha deciso di reiterare alla Farnesina il suo disappunto, lasciando intendere che potrebbero esserci ricadute su alcuni dei tanti dossier che Italia e Francia stanno trattando.

D'altra parte, i rapporti tra Meloni e Macron sono stati caratterizzati da pochi alti e molti bassi ed è del tutto evidente che gli affondi di Salvini non aiutano a rasserenare il clima. Soprattutto considerando che al silenzio della premier e del ministro degli Esteri ieri ha fatto seguito l'ennesimo rilancio del vicepremier leghista.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica