La sinistra "condanna" Toti. E ora mette Bucci nel mirino

L'opposizione: "Ha ammesso la colpa, anche il sindaco coinvolto politicamente". Spinelli verso il patteggiamento

La sinistra "condanna" Toti. E ora mette Bucci nel mirino
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Il patteggiamento di Giovanni Toti innesca l'attacco a valanga dell'opposizione, non solo contro l'ex governatore che ha deciso di accettare l'accordo con la Procura di Genova ma anche contro il candidato del centrodestra alle regionali Marco Bucci. Resta isolata la voce di Azione che con Carlo Calenda aveva chiesto di non fare una campagna elettorale «giudiziaria». Il campo largo usa l'indagine contro il sindaco Bucci, che non è mai stato indagato ed è sempre rimasto estraneo a qualsiasi accusa.

«Toti era il protagonista principale, ma non l'unico. Lo era dal punto di vista politico anche il sindaco di Genova Bucci», attacca il dem Andrea Orlando, il candidato del centrosinistra. Che pur essendo stato anche ministro della Giustizia definisce il patteggiamento di Toti «un implicito riconoscimento di responsabilità". Mi pare che chi ha parlato di persecuzione immotivata debba in qualche modo ricredersi».

Poco importano le ragioni dell'ex governatore che ha spiegato di aver accettato la proposta dei pm - patteggiamento a 2 anni e un mese per corruzione impropria e finanziamento illecito ai partiti, convertibili in 1500 ore di lavoro socialmente utili e la restituzione di 85mila euro di contributi elettorali - che riconosce come legittimi gli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni. È caduta l'accusa di corruzione, l'ipotesi iniziale portata avanti in un'indagine durata 4 anni con migliaia di ore di intercettazioni, che ha costretto Toti a dimettersi per poter tornare a essere un uomo libero. Ieri Bucci ha spiegato che «per me come candidato non cambia nulla. Vado avanti con il mio programma. Si capisce nel patteggiamento che è stata riconosciuta la correttezza degli atti amministrativi e concessori che sono stati fatti».

Eppure per Repubblica con il patteggiamento «Toti manda in tilt gli alleati», per il Fatto «è finito il bluff di Toti». Esattamente la linea del M5s, che con Giuseppe Conte, già frontman della manifestazione di Genova del luglio scorso quando, con Toti agli arresti domiciliari, il centrosinistra unito dalla piazza gridava la richiesta di dimissioni. «Il martire della giustizia patteggia la pena per evitare una condanna più pesante - scrive Conte - Eppure ricordiamo bene la reazione agguerrita e i numerosi attacchi alla magistratura, di esponenti di governo e dei giornali di centrodestra».

Ieri durante il direttivo anche l'Associazione nazionale magistrati ha voluto rispondere a chi ha criticato i metodi dell'indagine di Genova che ha costretto il governatore alle dimissioni: «Non c'è stato alcun attentato alla democrazia, nessuna azione eversiva», ha detto il presidente, Giuseppe Santalucia. Lo stesso Toti, che si era sfogato ricordando di essere stato lasciato solo dal centrodestra, è intervenuto ieri per precisare: «Il vero nemico della politica non è la magistratura, ma la politica stessa che ha costruito la gabbia in cui si è rinchiusa. Io per provare a cambiare questa politica ho fatto quanto potevo e ho pagato di persona». E «chi oggi sussurra che si poteva tenere duro e andare fino in fondo con venti anni di processi, fa spesso parte di coloro che non ho sentito esprimere mezzo giudizio su quanto accaduto questa estate. Senza ricordare che grazie a quella politica che ha conquistato la fiducia delle imprese e contributi economici indispensabili per la vita pubblica, magari occupa la poltrona da cui ritiene di poter dare buoni consigli».

Intanto anche Aldo Spinelli, che per i pm era il presunto corruttore di Toti potrebbe decidere di patteggiare. Come ha fatto pure l'ex presidente dell'autorità portuale di Genova Paolo Emilio Signorini.

Come per Toti, anche per Spinelli il reato contestato diventerebbe corruzione impropria, perché gli atti contestati sono considerati legittimi, compresa la propria della concessione del Terminal Rinfuse: «Ci riserviamo di decidere nelle prossime ore se accettare la proposta della Procura», spiega il legale Sandro Vaccaro. Entro domani la decisione.

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