La sinistra spara a salve tra salario minimo, fine vita e interrogazioni "fotocopia"

Poco più di un'ora per il "question time" ma l'opposizione fa una sceneggiata

La sinistra spara a salve tra salario minimo, fine vita e interrogazioni "fotocopia"
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Un'ora e 20 minuti circa. Pochi sussulti e tanti doppioni. Interrogazioni fotocopia e opposizioni scariche. Il premier-time di Giorgia Meloni nell'Aula di Palazzo Madama non regala colpi di scena. L'unico imprevisto, un fuoriprogramma, è l'apparizione in tribuna di Giuseppe Conte, leader del M5s. Nell'emiciclo però, l'intervento del capogruppo grillino Stefano Patuanelli su spread e dati economici è in perfetto stile dimaiano. La sinistra spara a salve e continua a insistere su salario minino e fine vita. C'è chi come il capogruppo Avs, Peppe De Cristofaro, cambia addirittura traccia in corso, rispetto al testo dell'interrogazione, e chiede al premier di prendere posizione su Gaza. Meloni non è costretta a tirare fuori gli artigli. In appena due occasioni deve faticare più della soglia minima per rimettere a posto le opposizioni. Con Matteo Renzi (foto) sulle riforme e con Francesco Boccia quando si parla di acquisto di gas dagli Usa e di bollette. Apre Carlo Calenda e chiude Lucio Malan per Fratelli d'Italia. Per la maggioranza parlano anche Maurizio Gasparri (Fi), Michela Biancofiore ed Elena Murelli. Il primo intervento è del leader di Azione Calenda che punta a stanare il governo sulle spese per la difesa: «Se il meccanismo per cui raggiungiamo il 2% è che prendiamo le pensioni dei carabinieri e le mettiamo dentro al calcolo, si chiama gioco delle tre carte, che un Paese serio non fa». Meloni ribatte e Calenda si dice parzialmente soddisfatto. Il tema 2% viene ripetuto anche da De Cristofaro (Avs), Patuanelli (M5s). La senatrice Biancofiore elogia il ruolo della premier in politica estera: «Meloni ha restituito all'Italia centralità e protagonismo sullo scacchiere mondiale, come ha confermato anche il Ceo di Banca Intesa, dimostrando come ho già avuto modo di dire di essere l'unico leader lucido d'Europa. Tutte le azioni del governo che fanno considerare l'Italia ponte dell'Occidente. Lei è considerata unanimemente un interlocutore affidabile degli Usa ma non succube mantenendo una linea ferma su questioni cruciali come il sostegno all'Ucraina e l'appartenenza dell'Italia al fronte europeo». Più su temi economici è l'intervento di Maurizio Gasparri: «Siamo considerati solidi e affidabili. Pensiamo al giudizio positivo delle agenzie di rating come Standard & Poor's, che in passato sono state brandite contro il nostro Paese, il dato dello spread, sceso da 236 punti a 100 punti, il positivo andamento della bilancia dei pagamenti con i paesi esteri, che vede nei 12 mesi terminati nel febbraio 2025 il conto corrente registra un surplus di 22 miliardi e mezzo di euro, pari all'1% del Pil, quando nei 12 mesi precedenti era stato pari a 10 miliardi. viene messo in vendita. L'inflazione è al 2%, mentre nell'intera Unione europea è al 2,5%, e l'indice di borsa da 22mila punti è salito a 38mila punti», mentre Lucio Malan (Fdi) elogia le politiche sull'immigrazione. Il penultimo intervento è di Francesco Boccia che incalza la premier su bollette e salario minimo.

E poi rilancia la richiesta su Gaza: «L'urgenza della tragedia in corso a Gaza ci indurrebbe a chiederle di far sentire la voce del governo, che è silente, su quanto sta avvenendo. Per questo rinnoviamo la richiesta: il governo venga in aula a dirci quale è la posizione italiana su Gaza» urla in Aula il mite Boccia.

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