La sinistra vuole vietare il raduno anti-migranti

Oggi il Remigration summit forse a Gallarate. Pd e Avs insorgono e scendono in piazza a Milano. A La Spezia sfila CasaPound

La sinistra vuole vietare il raduno anti-migranti
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Da qualche parte in Lombardia, nell'area di Varese, oggi un gruppo di esponenti della destra-destra europea si incontrerà per discutere di remigrazione nell'ambito del «Summit Remigration». Il luogo esatto non è noto: dopo l'annullamento della prenotazione per la sala conferenze di un hotel di Somma Lombardo, l'organizzazione mantiene il massimo riserbo sulla nuova location. Alcune indiscrezioni riferiscono che potrebbe essere Gallarate a ospitare l'incontro ma tutto è avvolto dal mistero.

Si vogliono soprattutto evitare problemi con gli antagonisti, che hanno già annunciato contromanifestazioni e il rischio è sempre lo stesso: la violenza generata dai professionisti del disordine che non aspettano altro che queste occasioni per entrare in azione. È quel che potrebbe accadere oggi per il raduno di CasaPound a La Spezia, che è stato confermato ed è motivo di preoccupazione per l'ordine pubblico. Infatti, in contemporanea ci sarà una contromanifestazione di «La Spezia insieme per la Costituzione. Ora e sempre Resistenza», alla quale parteciperà anche il sindaco di centrodestra, Pierluigi Peracchini, che si teme venga infiltrata dai facinorosi.

Intanto le opposizioni di governo, Pd su tutti, chiedono che il ministro dell'Interno, la prefettura e il sindaco vietino l'incontro del varesotto ma le autorità hanno già spiegato che si tratta di un evento privato e come tale non può essere proibito. «Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi deve impedire che i peggiori razzisti europei si incontrino in Italia», ha attaccato il senatore di Avs, Tino Magni. Gli ha fatto eco il senatore Alessandro Alfieri, membro della Segreteria nazionale del Pd, per il quale l'evento è «in totale contrasto con i principi della nostra Costituzione. Lavoreremo fino all'ultimo perché questo raduno venga bloccato».

In un estenuante carosello di democratici che cercano di calpestare la Costituzione mentre dicono di volerla difendere, si inseriscono quelli che vogliono presentarsi a Gallarate per tentare di fermare fisicamente il meeting. Per questo pare che gli organizzatori del «Summit Remigration» stiano pensando di spostare ancora l'incontro, allontanandosi dalla provincia di Varese. Per protesta, Nicola Fratoianni ha annunciato che sarà in piazza a Milano in quello che definisce «presidio antifascista» perché «deve essere chiaro a tutti che l'Italia non è un Paese sicuro' per neonazisti e razzisti». Anche Rifondazione Comunista, tramite Giovanni Barbera della Direzione nazionale, ha alzato la voce contro il summit, esprimendo «ferma e totale condanna».

Nel frattempo, il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, ha preso posizione criticando apertamente «quelli che si vestono da antifascisti e poi vogliono imporre con metodi fascisti di non tenere un comizio, una manifestazione o un evento». La posizione del primo cittadino è chiara: «Se domani anziché il Remigration summit', volessero fare la manifestazione gli antifascisti, i pro-vita o altri, chi può vietarlo? Io come sindaco, il questore e il prefetto dobbiamo chiedere al Pd e a Beppe Sala cosa si può fare e cosa non si può fare?». Davanti alla sinistra che strepita e va contro l'articolo 21 della Costituzione è intervenuto anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che si è detto «d'accordo che ci sia qualsiasi iniziativa democratica e libera. Non capisco perché si dovrebbe vietare a priori il libero pensiero di qualcuno, non siamo mica in Unione Sovietica».

E Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega in Regione Lombardia, ha fatto notare che con la «polemica montata ad arte» la sinistra è riuscita a «far conoscere a tutta Italia il concetto di remigrazione» in quello che definisce un «capolavoro politico».

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