Storico incontro ieri alla Casa Bianca tra il presidente americano Donald Trump e il leader siriano Ahmed al-Sharaa, come non accadeva dal 1946. Incontro cruciale, che segna la distensione verso la nuova Siria e verso l'ex leader terrorista, ma che crea qualche imbarazzo agli Stati Uniti, da sempre in prima fila nella lotta al terrorismo islamista. Al-Sharaa non è entrato dall'ingresso principale dove lo attendevano i giornalisti, ma da un ingresso nascosto alle telecamere. L'amministrazione Trump ha voluto mantenere un basso profilo e non ha aperto lo Studio ovale alla stampa, come è accaduto per le visite della maggior parte degli altri leader mondiali.
Al centro dei colloqui la lotta al terrorismo, la ricostruzione della Siria, la normalizzazione dei rapporti con Israele dopo la lunga e sanguinosa guerra civile e la fine del regime di Bashar Al Assad, che ha portato Al-Sharaa, ex comandante jihadista e che solo nel 2016 ha rotto i legami con al-Qaeda, ad autoproclamarsi presidente ad interim lo scorso 29 gennaio. Secondo i media, i due leader annunceranno l'ingresso di Damasco nella coalizione anti-Isis, proprio mentre il governo siriano ha annunciato di aver sventato due complotti degli estremisti islamici per assassinare Al-Sharaa.
Il presidente siriano ha già incontrato Trump a Riad a maggio ed è intervenuto all'Assemblea Generale dell'Onu a settembre, il primo presidente siriano a farlo in 58 anni. Gli Stati Uniti hanno rimosso le sanzioni contro Al Sharaa e la Banca Mondiale stima in 216 miliardi di dollari i costi per la ricostruzione.