Chi evoca il fascismo ora, insulta i veri antifascisti

Il diritto di sciopero è costituzionalmente garantito e, per un liberale, sacro. L'equivoco, in buona o malafede, è un altro, ovvero non distinguere fra diritto di sciopero e modalità dello sciopero

Chi evoca il fascismo ora, insulta i veri antifascisti
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di Giuseppe Benedetto*

Alcune riflessioni su queste ore pazze che si stanno vivendo in Italia. Sembra quasi che ci vogliamo far del male da soli. Manifestazioni a mezzanotte, scioperi generali improvvisi, devastazione di stazioni e mezzi di trasporto, mi chiedo perché e per cosa. Sgombriamo subito il campo da quella che mi pare una polemica di infimo livello. Alla domanda se si può scioperare, la risposta deve essere semplice: Sì! Il diritto di sciopero è costituzionalmente garantito e, per un liberale, sacro. L'equivoco, in buona o malafede, è un altro, ovvero non distinguere fra diritto di sciopero e modalità dello sciopero. Le modalità sono regolate dalle leggi e le leggi vanno rispettate. Se poi si arriva alla violenza durante le manifestazioni dovremmo tutti essere d'accordo, tranne i violenti, che qualunque tipo di danneggiamento di persone e cose va severamente represso anche nel corso delle stesse manifestazioni. Approfitto di questo spazio per dare la mia piena solidarietà alle forze dell'ordine che in queste ore, da Roma a Milano, da Bologna a Torino, anche in situazioni complesse sono riuscite a garantire con grande professionalità l'ordine pubblico.

Quanto al tema che ha riguardato le manifestazioni di queste ultime ore, cioè la flotilla (con annessi e connessi), non si può far finta di ignorare che stiamo parlando di una barzelletta. Quando si grida al fascismo, soprattutto da parte di alcuni esponenti delle forze dell'attuale opposizione, non si riflette su un punto. Il fascismo è stata cosa seria, e ancor più serio è stato l'antifascismo. Gli antifascisti hanno combattuto veramente e spesso hanno rimesso la vita per i loro ideali. Meritano quel rispetto che viene a mancare quando oggi si confronta e si confonde il tema con quello sollevato dalla "nautica militante". Come si può paragonare chi viene invitato a scendere da una barca, rifocillato con acqua e merendine, dotato subito di un biglietto aereo per rientrare in patria, con coloro che sono morti per difendere idee e libertà?

Insomma, parlare oggi di fascismo è un insulto all'antifascismo. Se poi vogliamo passare al tema vero, ossia quel provincialismo tutto italiano che ritiene Roma l'ombelico del mondo, per cui una questione che al massimo potremmo definire italo-spagnola e che praticamente non ha avuto una riga di commento su nessun giornale del mondo, assurgere ad argomento chiave del dibattito politico del Paese, siamo costretti ad esprimere ancora una volta profondo sconforto.

Invece di discutere del piano Trump per la Palestina, sostenuto praticamente da tutti i paesi arabi, oltre che dall'Europa, e al momento unica proposta concreta per porre fine al conflitto a Gaza, siamo ancora qui ad intervistare "i nostri eroi sbarcati in Africa", ricordando più un famoso film di Alberto Sordi, invece di occuparci di un drammatico tema di attualità.

*presidente Fondazione Einaudi

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