Soldatessa si spara nel bagno della metropolitana

La 30enne che si è tolta la vita ha lasciato una lettera di 15 pagine per spiegare il suo gesto

Soldatessa si spara nel bagno della metropolitana

Quindici pagine, fitte di parole, per spiegare un gesto che a chi la amava appare inspiegabile.

Ieri Caterina Glorioso, originaria di Vitulazio (Caserta), trent'anni e nell'esercito da cinque, si è uccisa con la pistola d'ordinanza nei bagni della stazione Flaminio della metropolitana A di Roma. La soldatessa aveva iniziato il suo turno alle 7, insieme a una collega e alle 8.40 si è tolta la vita. Era nel reparto Genio di Piacenza, ma attualmente prestava servizio Strade Sicure di Lazio e Abruzzo. All'origine del suicidio ci sarebbero ragioni personali e sembrerebbe di natura sentimentale.

Ha lasciato una lettera lunghissima, di quindici pagine, fitte di silenzi e parole per spiegare cosa l'abbia spinta a togliersi la vita in maniera così eclatante. La lettera è ora al vaglio del pm e del procuratore aggiunto Nunzia D'Elia che ha aperto un fascicolo in cui, come avviene in questi casi, si ipotizza il reato di istigazione al suicidio. Il gesto ha suscitato enorme sgomento tra i passeggeri, che hanno visto gli investigatori comparire all'improvviso nella stazione, dove accasciato per terra, era stato trovato il corpo della trentenne.

Sul posto anche il pm di turno della Procura di Roma, insieme ai carabinieri e a squadre del 118. Poi è arrivato anche il pm di turno della Procura militare. La stazione è stata chiusa, per permettere l'intervento delle forze dell'ordine i treni non si sono fermati a Flaminio per diverse ore.

Di una vicenda che «lascia sgomenti» parla il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni esprimendo vicinanza ai familiari della ragazza, mentre di «scarsa attenzione verso le divise», scrive in una nota la senatrice Tatjana Rojc del Pd.

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