Pubblichiamo ampi stralci dell'intervista che il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha concesso a Mattino Cinque
Presidente, è iniziata la Fase 2. Come vede la ripartenza?
«La maggioranza degli italiani si sta comportando con prudenza e con senso di responsabilità. C'è in giro una gran voglia di ripartire, ma anche una responsabile attenzione ai pericoli anche se abbiamo visto che gruppi di persone, soprattutto ragazzi, si comportano in modo pericoloso. Il governo e i sindaci dovrebbero dare disposizioni rigorose alle forze dell'ordine e ai vigili urbani per evitare che la cosiddetta «movida» fuori dai locali si trasformi in una bomba sanitaria. Devo anche aggiungere che la confusione delle norme e delle indicazioni date dal governo certamente non aiuta. Molti negozi, molti bar, molti ristoranti sono costretti a fare i salti mortali per rispettare le prescrizioni del governo, che a volte sono davvero incomprensibili e anche per questo alcuni di loro non hanno ancora riaperto. E i cittadini non si sentono tranquilli in questa situazione sono ancora molti.
Abbiamo raccontato le storie di tanti imprenditori che non hanno più la forza o la voglia di riaprire...
«Non faccio fatica a immedesimarmi con quello che devono provare, per un vero imprenditore l'azienda non è solo un modo per guadagnare, è un progetto di vita, è una comunità di persone, è ciò che si è costruito e si vuole lasciare ai propri figli, è il frutto di sacrifici, di ansie, di notti insonni. Un imprenditore che, senza averne colpa, senza aver commesso alcun errore, si trova a dover chiudere, a dover lasciare a casa i propri collaboratori, a disperdere quello a cui ha dedicato tutta la vita, è inevitabilmente un uomo disperato».
Che cosa occorre fare per evitare questo disastro?
«Bisogna innanzitutto aiutare le aziende, tutte le aziende. È nell'interesse del Paese. Sono necessari contributi a fondo perduto, da versare subito, perché non possono aspettare un giorno in più. Bisogna sospendere, per tutti, il prelievo fiscale fino a fine anno. Bisogna versare la cassa integrazione a chi ne ha diritto e finora non l'ha percepita. Bisogna che si paghino subito i debiti della pubblica amministrazione alle aziende che hanno lavorato per lo Stato. E tutto questo bisogna farlo subito.
Nel decreto rilancio ci sono 3 miliardi per la sanità, l'Europa ce ne metterebbe 36. Perché non prenderli?
«Questa discussione sul Meccanismo europeo di stabilità è davvero incredibile. Questo Mes per la spesa sanitaria con interessi allo 0,1% e senza condizioni, sembra fatto apposta per l'Italia. Siamo di gran lunga il paese europeo al quale il Mes conviene di più. Abbiamo un bisogno drammatico di denaro da immettere nel sistema economico e il Mes ce lo offre praticamente gratis. È evidente che si tratta di un atto di generosità dei nostri partner europei, che dovremmo apprezzare. Una solidarietà europea per la quale io personalmente mi sono impegnato molto, in seno al Parlamento e al Partito Popolare Europeo, con i miei amici leader dei diversi paesi. Il Mes ci consentirebbe di costruire nuovi ospedali, di rimettere in sesto quelli esistenti, di realizzare case di riposo e reparti sanitari nelle carceri, ci consentirebbe di sovvenzionare la ricerca, di formare medici e di assumere più medici e più infermieri e di pagarli meglio. Ricordo a questo proposito che il governo ha cancellato il bonus in busta paga che era stato annunciato per i medici e per il personale sanitario che durante questo periodo hanno messo a rischio la propria vita per salvare la vita degli altri. Davvero una vergogna. Tornando al Mes ancora ieri esponenti di primo piano del movimento Cinque Stelle hanno ribadito che questo così conveniente Mes, noi non dovremmo accettarlo. Una posizione incomprensibile, autolesionista, chiaramente strumentale in chiave anti-europea. Dai grillini non mi stupisce affatto».
Come conciliare le sue posizioni sull'Europa con quelle dei suoi alleati?
«Le radici di Forza Italia sono nella visione liberale e cristiana sulla quale si basava il sogno dei padri fondatori dell'Europa, il sogno di De Gasperi, di Adenauer, di Schuman, quello degli Stati Uniti d'Europa, di un'Europa unita, libera e forte, che è stato il grande sogno della mia generazione dopo la terribile guerra che aveva dilaniato il mondo. Siamo convinti che l'Unione europea sia l'unica possibilità che abbiamo di esercitare un ruolo nel mondo, sulla base dei nostri valori condivisi e del nostro stile di vita occidentale. L'offensiva dell'imperialismo comunista cinese dopo la pandemia sarà ancora più pericolosa, perché la Cina si è ripresa per prima dalla circolazione del virus, mentre i paesi del mondo libero potrebbero rimanere in una condizione di debolezza e di difficoltà ancora a lungo. Come ha detto Kissinger quello che è davvero in pericolo è l'ordine liberale internazionale cioè la democrazia e la libertà di tutti i paesi del mondo. Per difenderlo abbiamo bisogno dell'Europa e dell'Occidente e quindi abbiamo bisogno di uno stretto raccordo con gli Stati Uniti, ma abbiamo bisogno anche della Russia, che per la sua cultura, la sua religione, il suo stile di vita, la sua storia è un paese assolutamente occidentale ed è un errore continuare a trattare la Federazione Russa come un nemico e non come un partner. Solo così si potrà contrastare adeguatamente, efficacemente, il disegno egemonico di Pechino, che ci riguarda da vicino anche perché passa attraverso l'Africa, e potrebbe preludere ad una massiccia ripresa delle ondate migratorie verso l'Europa o addirittura ad una immigrazione di massa del popolo africano nei nostri paesi..
Il 2 giugno il centrodestra manifesterà in piazza. Ci sarà anche Forza Italia: per dire che cosa?
«Voglio fare una premessa. Ho chiesto ai nostri alleati che la nostra presenza in piazza sia un atto simbolico, dal forte valore politico ma solo simbolico. Quello che faremo è testimoniare con la nostra presenza di essere a fianco degli italiani che lottano per ripartire, che devono fare i conti con le tasse, con la burocrazia, con gli aiuti che tardano ad arrivare, con le norme, le disposizioni incomprensibili e inapplicabili di questo governo.
Per cambiare il Decreto Liquidità abbiamo presentato in Parlamento 150 emendamenti e siamo riusciti a farne accogliere una quarantina su temi molto sentiti dagli italiani, come l'allungamento da 6 a 10 anni del tempo di restituzione dei cosiddetti mini-prestiti che siamo riusciti anche ad aumentare da 25mila a 30mila euro. Resta però il nostro dissenso, la nostra opposizione a un provvedimento che giudichiamo comunque insufficiente. Ogni giorno che si perde rende la strada verso la ripresa più lunga, più difficile e anche più dolorosa.
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