Politica

Le solite minacce di Conte: "Governo, serve un cambio di passo"

Giuseppi difende a spada tratta il reddito di cittadinanza e rilancia: "Servono segnali immediati"

Le solite minacce di Conte: "Governo, serve un cambio di passo"

Sono giorni di alta tensione tra il Movimento 5 Stelle e il governo, o più precisamente tra Giuseppe Conte e Mario Draghi. Per il momento la crisi sembra scongiurata, ma i pentastellati minano quotidianamente gli equilibri interni alla maggioranza con minacce e ultimatum. L’autoproclamato avvocato del popolo ha stilato le nove condizioni per la permanenza grillina nell’esecutivo, uno dei dossier più discussi è sicuramente il reddito di cittadinanza.

Complice la pubblicazione del Rapporto annuale dell’Istat, Conte ha rivendicato la battaglia per il sussidio, con nuove intimidazioni, velate e non. Dimenticando (volutamente) le criticità del provvedimento bandiera M5s, l’ex primo ministro si è auto-incensato per le misure adottate nel Conte II. E non sono mancati i passaggi strappalacrime: “Non sono solo numeri. Sono storie di famiglie, donne, uomini e bambini che reclamano il diritto ad una vita degna di essere vissuta”.

Dopo aver messo nel mirino Giorgia Meloni e Matteo Renzi per alcune dichiarazioni sul reddito di cittadinanza, Conte è tornato alle minacce nei confronti del governo: “Abbiamo consegnato un documento al premier Draghi in cui pretendiamo un cambio di passo immediato per sostenere davvero famiglie e imprese travolte dalla crisi. Servono segnali immediati. Nessuno si salverà da crisi e inflazione con un bonus una tantum da 200 euro”. Un’opinione autorevole, da specialista della mancia.

La parte finale del messaggio pubblicato su Facebook non lascia spazio a dubbi: “Il Movimento 5 Stelle è nato per difendere i diritti dei cittadini e rispondere ai loro bisogni reali. Ad ogni costo, in ogni momento”. Ad ogni costo, le parole sono importanti. Soprattutto se arrivano dopo un’altra dichiarazione particolarmente muscolare: “La nostra comunità sta con un piede fuori dal governo”.

Un monito a Draghi, chiamato a fare i conti con le bizze di un partito balcanizzato e alla ricerca di qualche punticino in più nei sondaggi.

Commenti