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Tsunami centrodestra al Nord. Dominio sulle regioni "rosse"

La coalizione di centrodestra sfonda la soglia del 50%: si mette male per M5S e Pd. Adesso i giallorossi rischiano di perdere le storiche aree di centrosinistra

Tsunami centrodestra al Nord. Dominio sulle regioni "rosse"

Il quadro politico continua a rimanere invariato e non subisce notevoli cambiamenti da oltre due anni: il centrodestra - che sfonda la soglia del 50% - riscuote ancora grande fiducia negli italiani, che vorrebbero affidarsi a questa coalizione piuttosto che mettersi nelle mani dei giallorossi. A mutare sono stati invece i rapporti di peso nella graduatoria dei sondaggi, che vede il boom di Fratelli d'Italia ai danni di un Partito democratico in forte crisi dopo l'addio di Nicola Zingaretti. Il sondaggio Winpoll per Il Sole 24 Ore parla chiaro ed evidenzia la situazione delle preferenze tenendo in considerazione le differenze sull'intero territorio nazionale, che si vanno sempre più sbiadendo senza accentuare le nette vittorie del centrosinistra nelle storiche aree rosse.

Il centrodestra domina il Nord

I territori del Nord rappresentano un ampio bacino di voti a favore del centrodestra, che continua a detenere il riconoscimento come schieramento di maggioranza. La leadership è nelle mani della Lega di Matteo Salvini, che con il suo 28,8% si porta a +10 dal Partito democratico. Il centrosinistra - anche con l'aggiunta del Movimento 5 Stelle, che comunque crolla al 10,2% - non è competitivo. In queste zone il cambiamento è incarnato dal partito di Giorgia Meloni, che passa dal 5,9% delle Europee al 15,7% e si porta sempre più vicino al Pd guidato da Enrico Letta.

A un passo le "Regioni rosse"

Dalla rilevazione emerge che nelle quattro Regioni "ex zona rossa" il centrosinistra rimane in vantaggio trainato dal Partito democratico al 24,3%, ma il livello di preferenze è progressivamente calato negli ultimi anni. Prima del 2013 il csx aveva un divario di oltre 10 punti percentuali rispetto al centrodestra, mentre ora la forbice si è più che dimezzata. In pericolo per i giallorossi anche il Sud: è vero che il M5S può godere del 23,4%, ma Fdi risulta essere il primo partito con il 24,2%. Da segnalare il 15,5% della Lega che, pur non riuscendo a replicare il 25,5% delle elezioni Europee, conferma di essersi ben radicata anche nel Mezzogiorno.

La sfida Salvini-Meloni

Nel centrodestra il numero dei partiti è minore, i rapporti sono stati già storicamente testati e la distanza interna è più gestibile. Resta solamente da sciogliere il nodo della leadership, attualmente in mano a Salvini ma a cui Giorgia Meloni guarda con grande fiducia. I numeri sono dalla sua parte ma, almeno per il momento, non bastano per sorpassare il Carroccio. Il rapporto di collaborazione e cooperazione è dettato dal fatto che per vincere l'uno ha bisogno dell'altro anche se, pur mantenendo una sintonia di fondo, ovviamente si punta ad avere la guida della coalizione. Il divario tra i due sarebbe di appena il 3% a favore della Lega. Il 59% degli intervistati ritiene che alle prossime elezioni Politiche sarà di nuovo Salvini a primeggiare.

Ma il fatto che Fratelli d'Italia sia l'unico partito di opposizione, e dunque in grado di raccogliere il malcontento per alcune scelte del governo Draghi, potrebbe cambiare le carte in tavola e disegnare un futuro del tutto nuovo.

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