
"Rinuncio all'appello" contro la condanna all'ergastolo, provo un "sincero pentimento" per l'uccisione di Giulia. A scriverlo è Filippo Turetta, reo confesso dell'omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin. Un colpo di scena, messo nero su bianco in una lettera dal carcere, che arriva a un mese esatto dall'inizio del processo di secondo grado a carico del giovane, fissato per il prossimo 14 novembre.
Turetta rinuncia in sostanza ai motivi di appello contro la condanna al carcere a vita per omicidio che la Corte d'assise di Venezia gli ha inflitto il 3 dicembre dello scorso anno. Lo ha comunicato in una missiva da lui firmata e inviata agli uffici giudiziari di Tribunale e Corte d'appello di Venezia. Il processo di secondo grado, salvo altre sorprese, si celebrerà in ogni caso. Si terrà sulla base dell'impugnazione della sentenza che anche la Procura di Venezia aveva presentato contro il mancato riconoscimento da parte dei giudici delle aggravanti della crudeltà e dello stalking.
La lettera è scritta a mano dal detenuto che spiega di non cercare sconti di pena e di voler espiare per intero la condanna. È arrivata nei giorni scorsi. Un gesto inaspettato, soprattutto perché i difensori di Turetta, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, avevano scritto un ricorso, contestando la sussistenza dell'aggravante della premeditazione, questa sì riconosciuta dai giudici di primo grado. Ad agosto il 23enne è stato aggredito nel carcere di Verona Montorio da un altro detenuto, che poi è stato trasferito. Nelle scorse settimane inoltre, di fronte a una sua possibile richiesta di giustizia riparativa, Gino Cecchettin ha tagliato corto: "Non è il momento di parlarne, soprattutto a ridosso del processo d'appello e senza che ci siano state né le scuse né la richiesta di perdono, mi sembra strumentale".
Turetta è detenuto dal 25 novembre 2023, quando fu trasferito dalla Germania dove era stato arrestato a bordo della sua auto dopo aver nascosto il corpo di Giulia vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone, e al termine di dieci giorni di fuga. La studentessa 22enne è stata uccisa con 75 coltellate nella notte tra l'11 e il 12 novembre 2023 a Fossò, vicino a Venezia. La ragazza, che stava per laurearsi, viveva a Vigonovo. Era stata fidanzata con Filippo per circa un anno e dopo la separazione i due ragazzi erano rimasti in contatto. Lui si era fatto pressante e lei ne aveva paura. La sera dell'11 novembre dei due giovani si perdono le tracce. Il corpo di Giulia, morta dissanguata, verrà ritrovato da una squadra cinofila della Protezione civile in un anfratto roccioso nel bosco non lontano dal lago di Barcis, ricoperto da sacchi di plastica neri. "Prendiamo atto di questa rinuncia all'impugnazione da parte di Turetta, che è una scelta processuale legittima quanto l'impugnazione in appello - dichiara il legale del padre della vittima, l'avvocato Stefano Tigani -. Come parte civile non intendiamo commentare nel merito la scelta, perché noi non lo abbiamo mai fatto come parte civile.
Abbiamo sempre avuto l'unico scopo di dare a questo fatto il corretto inquadramento giuridico, che però dal nostro punto di vista prevede anche il riconoscimento delle aggravanti che non sono state riconosciute in primo grado".