Sono quasi mille i cantieri bloccati in tutta Italia

Fabrizio Boschi

Sono quasi mille (per la precisione 868, erano 692 a fine 2013) i cantieri fermi in tutto il Paese. Una notizia ormai vecchia e stravecchia, ma che il giorno dopo la strage ferroviaria in Puglia, ritorna di bruciante attualità. Un elenco di opere incompiute e abbandonate nel quale si trova un po' di tutto, dalle strade alle ferrovie. Questo giochino perverso è molto semplice: lo Stato investe soldi che però non arrivano mai ad ottenere risultati. Le cause sono molteplici: la mancanza di fondi per chiudere quei cantieri, oppure per aprirli, o per collaudarli. La mappa, aggiornata al 31 dicembre dello scorso anno, descrive una nazione in cui le incompiute sono diffuse a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale, anche se sono presenti soprattutto al Sud. Dopo la Sicilia (215 cantieri aperti, erano 67 nel 2013) la Regione al secondo posto è la Calabria, ma molto distanziata: 93 i cantieri previsti e non portati a termine, poi la Puglia (81), la Sardegna (67) e il Lazio (54). Unica esente, la provincia autonoma di Trento: qui non ci sono cantieri fermi, né progetti in attesa di finanziamento. In totale, per completarle, serviranno altri 2,2 miliardi di euro. Soldi che si aggiungono al miliardo e 100 milioni già spesi.

Le responsabilità maggiori, in termini di risorse necessarie al completamento delle opere, sono sempre del ministero delle Infrastrutture, al quale mancano 710 milioni di euro. Ma Renzi twitta: «Che bella l'Italia che riparte...».

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