
Nessuno scontro finito male, suo fratello sarebbe stato colpito a caso alle spalle mentre tornava a casa. Barbara Claris, sorella del 26enne ucciso a Bergamo nella notte tra sabato e domenica in una lite tra tifosi di Atalanta e Inter, sfoga sui social la sua indignazione chiedendo giustizia per quello che è accaduto al suo Ricky: «Non ha alzato le mani con nessuno e questo è certo. Riccardo era un bravissimo ragazzo. Qualsiasi cosa sia successa non era un violento, non era un criminale, non si meritava questo».
Jacopo De Simone, il 19enne accusato di averlo ucciso con una coltellata mortale alla schiena, oggi pomeriggio si presenterà davanti al gip per l'udienza di convalida dell'arresto in flagranza durante uno scontro tra due piccoli gruppi di atalantini e interisti partito da una lite scoppiata in un bar di Borgo Santa Caterina. Il pm Guido Schininà e il procuratore di Bergamo Maurizio Romanelli contesteranno al giovane anche l'aggravante dei futili motivi.
Una tragedia senza fine per la famiglia Claris, certamente, ma anche un fulmine a ciel sereno per i genitori del presunto killer, entrambi cancellieri nello stesso palazzo di giustizia di Bergamo dove sarà giudicato il 19enne. Due persone per bene, conosciute e stimate, che un paio di mesi fa hanno vissuto il medesimo incubo con l'altro figlio, Carmine, adottato prima di avere due gemelli (uno dei quali è appunto Jacopo, ndr) insieme al fratello quando era piccolo. Anche Carmine, oggi 25enne, è in carcere dallo scorso 12 marzo per omicidio: quello di Luciano Muttoni, un uomo di 57 anni che affittava stanze ai turisti per arrotondare, massacrato di botte l'8 marzo con un complice nella sua villetta di Valbrembo, in provincia di Bergamo, al culmine di una rapina degenerata. Prima di fuggire a bordo dell'auto della vittima, i due avevano abbandonato Muttoni agonizzante in un lago di sangue. L'indomani erano stati arrestati. Un brutto colpo per i genitori adottivi, seppure avessero tagliato già da un po' i ponti con Carmine che aveva preso una brutta strada e tra un reato e l'altro era finito in comunità e in carcere.
La notizia dell'arresto del figlio adottivo li aveva scossi parecchio. Ora si sono ritrovati ad affrontare un'altra tragedia, con Jacopo in carcere a Brescia accusato di omicidio volontario.
Il ragazzo, incensurato, barista in un locale vicino al Tribunale dove lavorano i genitori, è stato arrestato dai carabinieri proprio davanti casa, non lontano dallo stadio, per aver ucciso Riccardo Claris, colpito con un coltello da cucina sotto la spalla sinistra davanti agli occhi della fidanzata e morto in ospedale nella notte tra il 3 e il 4 maggio. Due fratelli uniti dallo stesso destino, quello di essere coinvolti in due delitti.
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