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Sorte nomina sei commissari. E Cattaneo si ribella

La riorganizzazione di Forza Italia sui territori va avanti, ma a Pavia diventa un caso

Sorte nomina sei commissari. E Cattaneo si ribella

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La riorganizzazione di Forza Italia sui territori va avanti, ma a Pavia diventa un caso. A sollevarlo, il commissario locale Alessandro Cattaneo, che ieri ha contestato pubblicamente la scelta del coordinatore regionale Alessandro Sorte, che ha deciso di sostituirlo puntando su Antonio Bobbio Pallavicini, attuale vicesindaco. «Ho appreso da poco che il coordinatore regionale ha ritenuto di nominare nuovi commissari lombardi tra cui Pavia - ha scritto Cattaneo - L'ennesima scelta non condivisa ma nemmeno discussa 5 minuti davanti a un caffè, l'ennesima scelta dettata solo da motivi personali. È inaccettabile che nel mezzo di un momento non semplice per il nostro partito si proceda così».

Già sindaco di Pavia, Cattaneo a settembre è stato rieletto deputato ed è stato capogruppo alla Camera fino a marzo, quando è diventato vice coordinatore nazionale. Ieri ha reagito con durezza: «Si vuole cacciare le persone? Lo si dica chiaramente. Pavia ha dato al partito le migliori percentuali nel collegio elettorale di tutto il Nord Italia». «Per tutelare non me stesso, ma il partito - ha fatto sapere - ho già provveduto a deferire ai probiviri l'onorevole Sorte per ricordargli che tra le facoltà del coordinare regionale non c'è quella di nominare i commissari provinciali. Sono veramente desolato».

Ma Sorte non appare turbato. «Mi pare una polemica incomprensibile. Cattaneo era commissario a Pavia, capo Dipartimenti e vicecoordinatore nazionale, mi sono permesso di nominare nuovo commissario l'uomo più votato in città, con il consenso del consigliere regionale Invernizzi. E l'ho fatto con le stesse modalità usate altrove senza problemi». «Cacciare il vicecoordinatore nazionale? Vi pare possibile? Il presidente mi ha dato il compito di riorganizzare la macchina e io lo sto facendo, fedele al mio motto: Un sedere, una sedia. Sono stato conseguente. Capisco che Cattaneo non volesse ma ne abbiamo parlato alla Camera».

Il deferimento? «Spero di non finire alla Corte dei diritti dell'uomo per avergli tolto uno dei tre incarichi».

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