
Il day after è quello delle polemiche sulle falle nella sicurezza. Ma anche delle foto e dei selfie scattati dalla Senna davanti al museo. La finestra da cui domenica sono entrati i ladri ieri è diventata infatti un'attrazione per turisti che non hanno potuto visitare il Louvre; neppure ieri ha riaperto dopo il furto della collezione di gioielli Napoleonici. Quattro minuti, quattro ladri: dalla strada al primo piano, da quella che in realtà è una porta-finestra fino alle teche svaligiate davanti a un turista che ha immortalato la scena.
Che più di qualcosa non abbia funzionato correttamente nel dispositivo è una certezza. Al punto che il presidente della Commissione Cultura del Senato, Laurent Lafon, è pronto a passare ai raggi X l'operato di Laurence de Cars, presidente-direttrice del Louvre: appuntamento alle 16.30 di domani. Audizione che sarà diffusa in diretta streaming.
C'è chi cerca colpe, chi responsabilità. E chi guarda allo stato in cui versa il Louvre; denunciato da tempo dai sindacati dei dipendenti. Élise Muller, addetta alla sicurezza del museo, su BfmTv spiega che "c'erano vari fattori che avevamo identificato e segnalato alla direzione". In particolare, riduzione delle guardie e mancanza di finanziamenti per attrezzature di sicurezza. In 15 anni, eliminati 200 posti, inclusa la security che ha scioperato nel giugno scorso per dare una scossa. E qual era la reale situazione, domenica?
Secondo fonti vicine all'inchiesta, 3 agenti del museo nella Galleria violata, quando i malfattori hanno rotto la vetrinetta. Filtrano dettagli dal Canard enchainé, testata satirica e d'inchiesta, secondo cui la vetrina svaligiata sarebbe stata cambiata 5 anni e mezzo fa con misure di sicurezza nettamente inferiori al modello precedente dotato di un meccanismo di sicurezza che in caso di tentato furto faceva sparire i preziosi al suo interno. Era più ingombrante, ma più sicura. Altri 2 agenti si trovavano nelle aree adiacenti. Tutti ascoltati dagli inquirenti. Non erano armati, e non lo sono di norma. E in caso di intrusione non sono tenuti a intervenire fisicamente per fermare eventuali ladri.
La polemica è esplosa quando Le Figaro ieri ha reso noto un rapporto della Corte dei Conti che denuncia la mancata volontà della direzione del museo. Nonostante un budget annuale di 323 milioni di euro, "gli importi impegnati (per la sicurezza, ndr) sono esigui rispetto alle esigenze stimate". In 5 anni, installate solo 138 telecamere aggiuntive. Il report sostiene che "il 60% dell'ala Sully e il 75% dell'ala Richelieu non sono protetti da videosorveglianza". Nel settore Denon, dove si trovano la Galerie d'Apollon, quella svaligiata nello stesso piano della Gioconda, il 30% delle sale non sarebbe dotato di telecamere.
Insomma, il furto ribattezzato "del secolo" ha aperto un vaso di Pandora. Il partito Les Républicains proporrà di istituire una commissione di inchiesta parlamentare sulla sicurezza del museo più visitato del mondo, degli altri musei e chiese di Francia. Per la ministra della Cultura, Dati, sicurezza sottovalutata, ma "la responsabilità ricade su 40 anni di abbandono nei quali abbiamo nascosto la polvere sotto il tappeto". Solo un terzo delle sale del Louvre sarebbe munito di telecamere funzionanti al 100%. Circa 1.
600 persone si occupano della sicurezza; fuori, gli uomini in divisa del piano Vigipirate pattugliano. Non entrano. Il ministro dell'Interno, Laurent Nuñez, ieri ha chiesto ai prefetti di rafforzare la sicurezza intorno ai principali musei.