Sospettato del delitto della moglie Il giudice convalida il suo arresto

Marocchino incastrato dai video e da due sacchi di plastica

Si aggrava la posizione del 50enne marocchino sospettato di aver ucciso la moglie e di aver fatto sparire il suo corpo all'interno di sacchi di plastica. Scena immortalata anche da diversi video tratti dalle telecamere di sicurezza posti attorno all'abitazione.

Il gip del tribunale di Brescia ha infatti convalidato il fermo dell'uomo sospettato del delitto della donna, 29 anni, anche lei marocchina. Il giudice ha disposto che l'uomo resti in carcere dove si trova da mercoledì sera. Ma lui, Abdelmjid El Biti, continua a negare.

A incastrarlo, secondo l'accusa, l'analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza del bar sotto casa, in Via Milano, che domenica scorsa lo vedevano trascinare un grosso sacco nero verso l'auto. Ma lui si difende: «In quel sacco c'erano solo vestiti».

Il primo interrogatorio, venerdì, davanti al sostituto procuratore Maria Cristina Bonomo, titolare delle indagini, non ha portato a nulla. Gli inquirenti restano convinti della colpevolezza dell'uomo, operaio in una fonderia a Seniga, nella bassa Bergamasca, ma il nodo della questione è sempre lo stesso: il corpo della vittima. Che non si trova. A denunciare la scomparsa di Suad Allou, 29 anni, (nella foto) impiegata come donna delle pulizie in un ristorante e presso una casa privata, lunedì 4 giugno erano stati i due figli della donna, di 3 e 9 anni, che avevano chiesto aiuto ai vicini. Poi le perquisizioni, le indagini e la scoperta del video della telecamera di sicurezza: «Aveva un cappello in testa e trascinava il sacco - ha dichiarato la titolare del bar dove è installata la camera -. E quel sacco sembrava muoversi».

Il video ha portato all'arresto del 50enne, separato da tempo dalla moglie. Che lo aveva già denunciato per violenze e maltrattamenti, e che per questo aveva vissuto con i figli in una struttura protetta. Dal marzo scorso, era tornata a casa.

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