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Soumahoro stufo dell'oblio. Pronto il suo nuovo libro

Col primo flop giustificò l'acquisto di una casa. Adesso pubblicherà "Il manifesto degli invisibili"

Soumahoro stufo dell'oblio. Pronto il suo nuovo libro

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Bracciante, sindacalista, attivista e parlamentare: questa l'evoluzione dell'onorevole Soumahoro. Eletto paladino dei deboli da una sinistra che pensava di riempire un vuoto politico è così diventato un simbolo mediatico, tanto da scrivere un libro Umanità in rivolta e con il quale - affermò - riuscì, grazie ai ricavi, a comprarsi quel famoso villino insieme alla compagna Liliane Murekatete. In realtà si scoprì che le vendite del libro erano irrisorie, tanto che il «mistero» del mutuo della famiglia Soumahoro non è mai stato ben chiarito. Oggi, dopo essere stato travolto dalla «spregiudicata attività criminale» - come è scritto negli atti dei giudici - della famiglia, compagna e suocera, che ha gestito per anni i centri accoglienza di Latina, sfruttando i fondi ottenuti dallo Stato per scopi privati e lasciando i migranti, compresi minori, in condizioni disumane, Soumahoro vuole riprovarci. E lo fa scrivendo un altro libro: che abbia in mente una villetta in montagna? È in uscita il 15 gennaio 2024 il nuovo libro dell'ora onorevole, dal titolo Il manifesto degli invisibili, edito da Feltrinelli, già scaricabile come ebook e disponibile alle prenotazioni.

Nonostante l'oblio, umano e politico, nel quale è inevitabilmente sprofondato dopo lo scandalo Karibu, Soumahoro non ha mollato la presa. Abbandonato dai suoi mentori - Bonelli e Fratoianni - che, come lo hanno elogiato, presto lo hanno scaricato, è passato al Misto e senza vergogna ha continuato a parlare di diritti e umanità. Certo non è più il Soumahoro dei ghetti foggiani, dove proprio in questi giorni sta avvenendo una «rivoluzione» contro la Regione e in particolare il presidente Emiliano. Su ciò l'ex dirigente Usb ha ben pensato di non pronunciarsi, di non andare a fare il solito corridoio mediatico tra le baracche ma di restare in parlamento a difendere tematiche più «attuali», come il salario minimo.

«Ho presentato le proposte per rendere il salario minimo legale e per estenderlo a tutte le categorie di lavoratori e lavoratrici, tra cui le partite Iva. Cioè a parità di lavoro, uguale salario e uguale remunerazione», scriveva solo qualche giorno fa l'Onorevole sul suo profilo Facebook, concludendo: «Sarebbe un grave errore dividere le lavoratrici e i lavoratori in categorie: alcuni di serie A e alcuni di serie B».

Le lotte di Soumahoro sono diventate infatti più istituzionali e abbracciano un po' tutto quello che fa «moda»: dai lavapiatti, ai pescatori di Lampedusa, a rider. Un potpourri di buonismo che esclude, chissà perché, quei lavoratori sfruttati nelle cooperative della compagna e suocera che ancora oggi aspettano di essere pagati e regolarizzati sul territorio italiano dopo anni di lavoro in condizioni pessime.

«Un fattorino una volta mi ha detto: Noi non siamo rider, siamo i braccianti delle metropoli. Lavoriamo in condizioni di precarietà, prendiamo quanto i braccianti delle campagne del Foggiano. Aveva ragione. Per questo motivo, un bracciante deve camminare gomito a gomito con i rider, con i disoccupati, con i lavoratori dipendenti e autonomi», così si legge a riguardo del suo Manifesto degli Invisibili.

«Ciò che i braccianti, i rider, i giornalisti a cottimo e i lavoratori precari hanno in comune è la condizione di sfruttamento e di precarietà. Si tratta della stessa negazione del riconoscimento dei diritti salariali, sindacali e, soprattutto, dei diritti che derivano dal fatto che tutti siamo esseri umani» si legge ancora.

Un libro che sembrerebbe essere il solito copione di un anno fa, usato per la campagna elettorale, con la differenza che oggi, oltre agli stivali sporchi di fango con cui è entrato in Parlamento ci sono anche i bambini lasciati senza cibo né vestiti nelle cooperative di famiglia. Verrebbe da chiedersi: sono anche loro esseri umani?

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