Spari al torneo di videogame Quattro morti e undici feriti

Attacco nel centro commerciale che ospitava la gara Ucciso il killer, è un giocatore che era stato battuto

Si spara nelle scuole, si spara ai concerti, si spara nei cinema, si spara nelle basi militari. Si spara per terrorismo, per follia, per vendetta che spesso è la stessa cosa, la vita che si riscatta con le vite degli altri. In America nessun luogo è più sicuro, nemmeno una sala giochi. A Jacksonville, in Florida, ancora pallottole, ancora sangue, durante, stavolta, un campionato di videogames. A sparare sarebbe stato un bianco, un giocatore che aveva gareggiato e perso e che ha agito da solo. Il Los Angeles Times fa il suo nome: Steven «Steveyj» Javaruski, e lo indica tra le quattro persone rimaste uccise, mentre i feriti sarebbero in tutto undici. Risulta che un giocatore professionista noto come «oLARRY2K» sarebbe stato colpito al petto. Non è chiaro se il killer si sia tolto la vita come affermano alcuni testimoni.

Un inferno di fuoco che si è scatenato come una slot machine impazzita al «Madden 19 Tournament», un videogioco dedicato al football americano, che si disputava al «GLHF Game Bar» di Jacksonville. L'ufficio dello sceriffo della città ha comunicato il pericolo e avvisato la popolazione con gli strumenti che ci sono oggi, Twitter prima di tutto: «Sparatoria nel mucchio a Jacksonville Landing - ha avvisato -. Tenersi lontani dalla zona. La zona non è sicura in questo momento».

Anche la società CompLexity Gaming, tra gli organizzatori del torneo di videogames, ha scritto, sempre su Twitter: «Sembra che ci sia stata una sparatoria all'evento e che YoungDrini sia stato ferito di striscio a una mano. Si è allontanato dal posto ed è al sicuro». Era fin troppo ottimista, perché mentre twittava era già una strage. In un video del torneo pubblicato sul sito Twitch, si possono sentire diversi colpi di pistola mentre i giochi si interrompono bruscamente. Il sito di notizie locali di Jackson news4jax cita testimoni che hanno visto portar via diverse persone in barella.

«Non darò mai più niente per scontato, la vita può finire in un momento», ha twittato YoungDrini.

Come si diceva non sono però solo le scuole a finire nel mirino ma anche concerti, locali notturni, chiese e cinema. Le sparatorie di massa in America stanno diventando sempre più letali e delle 30 registrate dal 1949 ad oggi, 19 si sono verificate negli ultimi 10 anni.

Le più sanguinose degli ultimi mesi quella del The Harvest Music Festival, 58 morti, tutti colpiti da una finestra del 32º piano del Mandalay Bay Hotel di Las Vegas mentre è in corso uno show di musica country al quale assistevano 22mila persone.

Il killer cecchino è Stephen Paddock, un 64ennie che ha con sé 47 armi da fuoco e che si toglie la vita con un colpo di pistola, senza spiegare il perché della più spaventosa sparatoria di massa della storia moderna degli Stati Uniti. E poi quella del Pulse night club quando il 12 giugno 2016 Omar Saddiqui Mateen, 29 anni, apre il fuoco all'interno di un locale notturno gay, a Orlando. 49 persone vengono uccise, oltre 50 ferite.

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