Tra speranza e paura Zelensky adesso apre. "Territori? Vedremo"

Incassato il sostegno, appare possibilista: "Ma decidiamo noi"

Tra speranza e paura Zelensky adesso apre. "Territori? Vedremo"
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Preoccupazione ma anche speranza. Avvertimenti e timide aperture. Insieme all'orgoglio e alla convinzione di essere dalla parte giusta della storia e avere, almeno in parte, le spalle coperte. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in Germania accanto al cancelliere Merz, subito dopo la video call con i leader europei, il segretario della Nato Rutte e il presidente americano Trump, e subito prima del summit tra lo stesso Donald e Putin. Un cessate il fuoco immediato è la richiesta e l'auspicio per il vertice in Alaska. Poi si potranno affrontare i vari punti di un possibile accordo, il pensiero di Zelensky, che continua a diffidare di Putin, conta sull'Ue e, anche se non esplicitamente, apre al dialogo anche sulla questione dei territori.

Zelensky ribadisce, con forza, che le condizioni di pace devono essere trattate con l'Ucraina e non senza il Paese invaso. "È molto importante che tutto ciò che riguarda l'Ucraina sia discusso con l'Ucraina", spiega Zelensky che avvisa il presidente americano Trump: "Putin sta bluffando, sta cercando di spingersi oltre la linea del fronte. La Russia non dovrà avere l'ultima parola per quanto riguarda i confini. Per prima cosa ci deve essere un cessate il fuoco per trattare", ha detto perché "Putin non vuole la pace, questo deve essere chiaro a tutti. Spero che il colloquio in Alaska avrà come risultato il cessate il fuoco". Il presidente ucraino, incalzato dalle domande dei cronisti, affronta poi il tema più caldo, quello che potrebbe rappresentare la vera chiave di volta per arrivare davvero alla fine del conflitto, le concessioni territoriali. "Vediamo quelli che saranno i risultati del summit in Alaska e poi decideremo. Non ci sbilanciamo, aspettiamo cosa succederà", spiega il leader di Kiev, per la prima volta leggermente aperturista riguardo l'ipotesi. È evidente che Kiev non può in alcun modo legittimare che territori invasi con una guerra costata centinaia di migliaia di vite possano passare con facilità al nemico. Zelensky infatti ribadisce per l'ennesima volta che "qualsiasi questione che riguardi l'integrità territoriale dell'Ucraina non può essere discussa senza guardare alla nostra costituzione e alla volontà del nostro popolo" e nello specifico, spiega: "Per quanto riguarda la nostra integrità territoriale, alla fine sarà deciso a livello di leader. Senza l'Ucraina al tavolo è impossibile raggiungere un accordo. La mia posizione non cambia". Il che significa qualcosa di diverso rispetto al recente passato. Consapevolezza e chiarezza ma non una totale intransigenza sul punto. Che, eventualmente, dovrà seguire a un cessate il fuoco ed essere discussa nei particolari. Ed essere appunto una "concessione" e non l'accettazione supina a una pretesa dell'invasore.

Uno dei nodi immediatamente successivi riguarda infatti le condizioni di sicurezza che Stati Uniti ed Europa garantiranno all'Ucraina per evitare una nuova invasione e garantire la sovranità di Kiev.

A riguardo, Zelensky chiarisce che "la Russia non può mettere un veto su quello che l'Ucraina vuole fare in relazione alla sua presenza nell'Unione europea e nella Nato", perché "Putin non vuole la pace, vuole occupare tutta l'Ucraina". E una rinnovata unità dell'Occidente deve impedirlo. Anche a costo, carissimo, di perdere parte delle regioni parzialmente occupate.

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