
«Dai Papi ci si possono aspettare tanti miracoli». Il caso ha voluto che Marina Berlusconi avesse un appuntamento a Milano, dove l'aspettavano i giornalisti, proprio ieri e proprio alle 19.15, quando il mondo intero apprendeva in diretta il nome del nuovo Papa. Per l'inaugurazione in Galleria della nuova Rizzoli, fiore all'occhiello tra le librerie di Mondadori, la presidente del gruppo, e della holding Fininvest che lo controlla, è arrivata giusto in tempo per commentare l'evento dell'anno. Il Papa americano favorirà il dialogo con Donald Trump? «Dai Papi ci si possono aspettare tanti miracoli, tante cose positive. Speriamo che possa anche aiutare da questo punto di vista»: ha risposto la primogenita del Cavaliere. Rilasciando poi un giudizio severo sulle prime mosse del presidente Usa: «Sono preoccupata in generale per quello che Trump fa. E obiettivamente quelle che erano solo preoccupazioni fino a poco tempo fa, durante la campagna elettorale, si sono purtroppo trasformate in realtà». E non è solo dei dazi che parla Marina: «Sono bastati davvero pochi giorni, stiamo parlando dei primi 100, per far vacillare quelle che erano le certezze su cui era stato costruito l'ordine politico ed economico del dopoguerra e per infliggere obiettivamente un colpo durissimo alla credibilità dell'America e quindi dell'Occidente». Non solo: per Marina «è stata aperta una ferita profonda che non sarà facile da far rimarginare. Bisogna sperare che Trump sia costretto, dai danni provocati dalle sue decisioni, a fare marcia indietro. E sta succedendo». Anche perché «l'America è sempre l'America. Gli Stati Uniti sono molto di più di Trump e devono restare il faro del mondo libero e nemmeno questo periodo per certi versi così buio, può e deve mettere in discussione il loro ruolo».
In questo contesto, girando i fari verso la politica di casa nostra, la presidente di Fininvest promuove la linea del governo ("Lo giudico bene"), la sua presidente Meloni e in particolare il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, leader del partito fondato da Silvio Berlusconi trent'anni fa. «Sta facendo quello che è giusto fare dice di Meloni e del suo approccio al dossier dazi - cioè si sta impegnando per mantenere uniti Italia, Europa e America. I dazi sono qualcosa di negativo per tutti, i contro-dazi altrettanto». E su Tajani non ha dubbi: - «È un'ottima guida» per Forza Italia, il partito che «ha un ruolo fondamentale all'interno della maggioranza, di garanzia, equilibrio, moderazione e buon senso». E non era scontato: «Da figlia di Silvio Berlusconi, che ha dedicato 30 anni a questo partito, mi fa piacere e scalda il cuore non solo che esista ancora, quando le previsioni erano che potesse scomparire, ma che abbia ripreso a crescere».
Sui dazi c'è solo un'eccezione, per Marina. Riguarda le Big Tech del Web: che abbiano avuto danni dai dazi Usa «forse è l'unica cosa che non mi dispiace». È un suo cavallo di battaglia e, purtroppo -dice - «non sono molto ottimista» sulla regolamentazione e un accordo per l'armonia fiscale delle Big tech. Eppure «hanno un potere economico e di influenza dell'opinione pubblica illimitato, pagano tasse irrisorie e sostanzialmente non creano occupazione. Vi cito solo un numero: le piattaforme in Italia hanno un trentesimo dei lavoratori rispetto ai media tradizionali».
Marina Berlusconi ha ieri parlato dalla libreria Rizzoli, simbolo della
cultura milanese da 76 anni. E non a caso l'ultima domanda è sul prossimo sindaco di Milano: «Amo tanto Milano e vorrei potesse partecipare alle elezioni una persona seria e capace. Che è quello che questa città merita».
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