Guerra in Ucraina

Spiragli sul grano, armi dal G7. Mosca: "Ue e Nato come Hitler"

Ankara: c'è consenso per sbloccare l'export. Putin: "L'Occidente alimenta l'isteria". Domani a Monaco il vertice dei Grandi: sul tavolo forniture militari e sanzioni

Spiragli sul grano, armi dal G7. Mosca: "Ue e Nato come Hitler"

La battaglia del grano infuria e tiene banco nelle segreterie europee. Ieri a Berlino si è tenuto un doppio appuntamento in ambito G7 incentrato sull'esportazione del grano ucraino e sulla sicurezza degli approvvigionamenti alimentari, in attesa del G7 che partirà domani a Monaco di Baviera e nel quale i grandi del mondo dovrebbero alzare l'asticella della controffensiva occidentale: secondo fonti americane Joe Biden si attende un accordo per l'invio di nuovi armi e un inasprimento delle sanzioni trovando il modo per evitare che il prezzo delle conseguenze sia pagato anche dagli alleati europei.

Ma questo è il prossimo futuro. L'immediato è la crisi alimentare. Dalla capitale tedesca la locale ministra degli Esteri Annalena Baerbock, in una conferenza stampa che ha preceduto il doppio summit, ha parlato di «situazione incredibilmente drammatica». «La Russia usa la fame consapevolmente come un'arma di guerra - ha urlato la ministra verde -. La narrativa russa secondo la quale la crisi alimentare dipenderebbe dalle sanzioni è completamente falsa e noi dobbiamo occuparci dei problemi creati da altri».

Parole che fanno infuriare Mosca. Vladimir Putin ha definito quella che si sta creando in Europa sulle esportazioni di grano dall'Ucraina «un'atmosfera di isteria». Secondo lo Zar la Russia non sta certo impedendo lo smercio di cereali ed è pronta a «rispettare i suoi obblighi sulle forniture di energia e fertilizzanti». E Dmitry Medvedev, l'ex presidente sempre più a suo agio nel ruolo di trombettiere di Putin si rifà proprio alle parole della Baerbock. «La ministra degli Esteri tedesca ha affermato che la Russia sta usando la fame come un'arma - scrive su Telegram l'attuale vicesegretario del Consiglio di sicurezza nazionale di Mosca -. È sorprendente ovviamente sentire questo da funzionari il cui Paese ha tenuto Leningrado sotto assedio per 900 giorni, dove quasi 700mila persone sono morte di fame».

Nel bel mezzo di questo scambio di cortesie, un raggio di sole arriva dalla Turchia, dove il ministro della Difesa Hulusi Akar fa sapere che è stato trovato un «consenso generale» tra le parti per sbloccare l'esportazione di grano dai porti dell'Ucraina con la creazione di «un centro a Istanbul per le operazioni e la gestione sicura e ininterrotta di questa attività da parte di soldati turchi, russi e ucraini insieme, oltre che con l'Onu», ha fatto sapere Akar, come riporta Hurriyet, aggiungendo che «nei prossimi giorni ci potrebbero essere sviluppi positivi e si potranno adottare misure concrete».

Mentre la guerra guerreggiata evolve con lentezza novecentesca, quella delle parole va veloce come impongono i ritmi dei social. Ieri il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha azzardato uno spericolato paragone storico, accusando la Ue e la Nato si mettere insieme una coalizione allo scopo di «fare una guerra alla Russia» così come Adolf Hitler «riunì un numero significativo di Paesi europei sotto le sue insegne per una guerra contro l'Unione Sovietica», anche se poi precisa che le nomination europee di Ucraina e Moldavia «non pongono alcuna minaccia a Mosca». La sua portavoce Maria Zakharova definisce impossibili eventuali consultazioni bilaterali per il prossimo futuro con gli Stati Uniti su questioni che destano preoccupazione, «soprattutto perché Washington ha moltiplicato questa irritazione con le sue pratiche».

Kiev risponde dettando a sua volta le condizioni: il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba rinvia le trattative a «quando la Russia abbandonerà i suoi piani di conquista dell'Ucraina e accetterà il fatto che i negoziati non riguardano l'accettazione dei suoi ultimatum, ma trovare una soluzione reciprocamente accettabile». Il presidente Volodymyr Zelensky si è invece affacciato a sorpresa con un video a Glastonbury, rivolgendosi ai giovani riuniti per il festival inglese con tono nostalgico: «Anche noi in Ucraina vorremmo vivere come prima e goderci la libertà e questa meravigliosa estate.

Ma non possiamo farlo perché è accaduto un evento terribile: la Russia ci ha rubato la pace».

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