Chi ha un figlio tifoso forse si sarà sentito chiedere: «Chi è stato il calciatore italiano più forte di tutti i tempi?». «Beppino Meazza o almeno così si dice». Il discorso finiva lì. Carenza di filmati.
Oggi invece il dibattito continua sul sito dell'Istituto Luce Cinecittà, che aderisce alla campagna nazionale #IoRestoaCasa e mette a disposizione (gratis) migliaia di documentari oltre a un portafoglio smisurato di fotografie. Per cominciare, visitate il Portale dell'Archivio storico Luce www.archivioluce.com, uno dei più grandi archivi visivi del pianeta. Vi attende un tesoro immenso con oltre 70.000 video d'archivio dagli anni '10 a oggi, e 400.000 fotografie scaricabili da tutti i dispositivi, in buona definizione. Cosa si può vedere? Il cinema, ad esempio. Centinaia di documentari e cinegiornali dedicati a registi, divi, film. Non mancano approfondimenti sulla storia dell'arte italiana. Lo sport è una miniera: Nazionale, campionato di calcio, ciclismo, atletica, servizi sui momenti entrati nella leggenda. Si può ridere con i grandi comici, approfondire con i ritratti di registi, letterati, artisti, i protagonisti di un secolo di cultura. Si può perfino viaggiare, comodamente seduti in poltrona, con le centinaia di filmati del più grande viaggiatore del nostro cinema, Folco Quilici. In aggiunta, in questi giorni, sul sito dell'Archivio Luce sarà caricata una selezione, appena digitalizzata, di 300 documentari muti: filmati rari dal 1927 al 1931, di fatto mai visti, con una affascinante sezione dedicata proprio ai viaggi nel mondo, intitolata «Cinemobile». E saranno create nuove playlist video, e servizi redazionali con filmati e foto.
Per gli appassionati di storia è una manna dal cielo. Ad esempio si può seguire passo dopo passo la visita di Hitler a Venezia del giugno 1934; passare in rassegna i cinegiornali della Seconda guerra mondiale; ridere della tronfia retorica del fascismo; rimanere sbalorditi davanti alla bomba atomica su Hiroshima nel 1945, rivivere l'allunaggio del 1969. Anche rovistare tra i fenomeni di costume regala grandi soddisfazioni: le feste hippies di Roma, la moda dei «capelloni», il periodo d'oro dei night club, la dolce vita. Chi segue la cronaca nera ha la possibilità di ripercorre tutti i casi più famosi, ad esempio il misterioso rapimento del figlio di Charles Lindbergh o la caccia al bandito Giuliano o il delitto di Primavalle.
Ci sono, e molti ne avranno visto una parte, i documentari e i servizi dei telegiornali dell'epidemia di febbre asiatica del 1957. Le immagini ricordano sinistramente la realtà intorno a noi. Quell'Italia ha saputo risorgere. Anche la nostra? È singolare. Siamo chiusi in casa (chi può) e cerchiamo ogni giorno di scrutare il futuro, cercando un segnale positivo nei numeri sempre sconfortanti dell'emergenza. Ci interroghiamo su cosa accadrà ai nostri cari, al nostro posto di lavoro, all'economia. Cerchiamo di capire se il mondo uscirà trasformato da questa esperienza o tornerà a sbronzarsi all'ora dell'apericena (che termine barbaro, un gentiluomo poi distingue sempre l'aperitivo dalla cena).
Questo periodo difficile si presta però anche alla riflessione sul nostro passato in comune, può essere un buon ripasso
dei fondamentali del vivere insieme, che includono anche il sacrificio. I documentari sono divertenti ma anche profondamente istruttivi. Ecco chi eravamo, chi ancora siamo nel bene e nel male. Resta da decidere cosa saremo.
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