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Spuntano i big nelle carte: Alfano, D'Alema e Fassina

Il dirigente dell'Eur Spa Pucci e il commercialista Lausi fanno pressioni sul ministro, l'ex premier e l'ex viceministro per un misterioso affare legato alla Nuvola di Fuksas

Spuntano i big nelle carte: Alfano, D'Alema e Fassina

Da una Nuvola spuntano i big politici. Massimo D'Alema, Stefano Fassina, Angelino Alfano. E pure Marco Di Stefano, il deputato del Partito democratico autosospeso dopo che la procura l'ha accusato, in un'altra inchiesta, di aver preso una tangente da 1,8 milioni di euro dai costruttori romani Pulcini.

Evocati, tutti insieme, in un'unica intercettazione di un anno fa, che il Ros riporta a proposito dei rapporti tra l'ex direttore marketing dell'Eur Spa Carlo Pucci e un commercialista, il consigliere della Marco Polo Spa (già nel consiglio di amministrazione dell'Ente Eur) Luigi Lausi. Quest'ultimo è considerato dagli inquirenti come il facilitatore dei pagamenti verso le coop di Buzzi per le commesse ottenute nel quartiere romano sorto per l'Esposizione universale.

È il 6 dicembre del 2013 quando Pucci, braccio destro dell'ex presidente dell'Eur Mancini, chiama Lausi e gli passa il direttore internal auditing dell'Eur, Loretta Allegrini, «la quale lo informava d'aver partecipato alla riunione con i massimi vertici» dell'Ente, tra i quali il presidente Pierluigi Borghini, l'amministratore delegato Gianluca Lo Presti, il responsabile direzione Asset e property Massimo Piergallini. La Allegrini spiega che quest'ultimo «aveva criticato l'operato professionale di Lausi sulla questione della Nuvola», il nuovo centro congressi dell'Eur progettato dall'archistar Massimiliano Fuksas, opera i cui tempi e costi si sono via via dilatati negli anni, sfociando in un'indagine della Corte dei Conti.

Quando Lausi viene a sapere d'essere stato messo in discussione, sbotta. «La mela marcia è Francesco Parlato», attacca. Parlato è il responsabile della direzione generale Finanza e Privatizzazioni del Mef, azionista di Eur per il 90 per cento (l'altro 10 è di Roma Capitale). «Lui - prosegue Lausi - è l'artefice, l'ideatore, il suggeritore, quello che non ha fatto capire un cazzo a Fassina, il deus ex machina insieme a Di Stefano di questa operazione». Di quale operazione - che farebbe capo al parlamentare indagato Di Stefano e al dirigente del ministero di cui Fassina era sottosegretario - si parli, non è dato sapere. Ma Lausi è un fiume in piena. «Bisogna cacciare Parlato - ringhia con l'Allegrini -. Parlato è il colpevole numero uno di questa situazione, la mia relazione è stata data a Parlato due anni fa. Che parlasse col Senatore, ok? Perché questa relazione ce l'ha anche il Senatore, la cosa è nota da due anni. Loro mi ammazzano perché io ho detto due anni fa quello che sarebbe accaduto. Chiaro? Questo è». Poi Lausi aggiunge: «Tieni presente che questa cosa Alfano già la sa». Pochi minuti e Pucci richiama Lausi per continuare il discorso. «Lui - gli spiega il commercialista (che Buzzi e soci chiamano «il nanetto») riferito a Piergallini di Eur Spa - sta facendo una questione di principio, con 396 milioni di debito che oggi avete sul collo. È una situazione insostenibile. È Parlato - ribadisce Lausi - che deve saltare, ha ragione il senatore Esposito (presumibilmente Giuseppe Esposito di Ncd, ndr), ci ho parlato stamattina, stavo là con lui, Alfano già sa tutto, è quello che deve salta', mo' vado da D'Alema, mi faccio porta' da Di Cani, prossima settimana che tanto viene a Roma, è il mio avvocato, amici d'infanzia, mo' ce faccio un piatto che la metà basta». L'«operazione», evidentemente opaca, che Lausi vuol portare a conoscenza pure di D'Alema e Fassina e che Alfano già conosce, potrebbe riguardare l'albergo in costruzione con la Nuvola. Fa propendere per questa ipotesi una telefonata tra gli stessi interlocutori, quattro giorni dopo. Lausi chiede a Pucci «se vi fossero novità, verosimilmente all'Eur Spa», e Pucci replica: «Caos totale». I due si vedranno l'indomani, e il tema dell'incontro lo spiega l'ex braccio destro di Mancini: «Sì, sì, no, d'albergo te voglio dì... dà i vantaggi... so' venuti da me, capito? Gli ho detto d'aspettare gennaio».

La controversa e travagliata opera dell'archistar, insomma, trascina negli atti dell'inchiesta altri big politici. E non è l'unico passaggio delle carte che ha al centro la «Nuvola». Del centro congressi vuol parlare, con Carminati, l'ex direttore commerciale e responsabile commesse all'estero di Finmeccanica Paolo Pozzessere, che va a trovare il «cecato» sei mesi prima, a giugno 2013, nel benzinaio-quartier generale di Corso Francia. Chiedendogli notizie per conto di una sua amica giornalista di eventuali «impicci» intorno al cantiere del centro congressi di Fuksas, per la cronista al centro di un'indagine. Pozzessere chiede: «M'ha detto “ma secondo te, Massimo...” (...)“a parte che non lo sa... secondo me non ti dice niente”...io ti credo». Carminati minimizza ma sembra interessato dal risvolto giudiziario: «E che cosa c'ho da sape' sulla nuvola io? Cioè poi l'indagine... c'è l'indagine sulla nuvola, ah?». L'amico conferma: «Se l'ha detto è così, perché ricordati che la manda... quell'altro». C: «La nuvola, la nuvola (...) Sì, ma i soldi, i soldi non li ha cacciati il Comune, li ha cacciati il Tesoro. Praticamente mancano, mi sembra, oltre 100 milioni per finirla». P: «Io non so manco che cos'è sta nuvola, ma che roba è?». C: «È il centro congressi che stanno facendo all'Eur, tra l'altro molto bello, però, voglio di'...». Pozzessere quindi chiede se «Riccardo», ossia Mancini, «sa». Carminati è dubbioso: «Non lo so… noooo, non credo! non so se c'è magagna lì, lo sai? Inc.. lì hanno fatto carte false per la gara». Carminati dice che lui non c'entra, che non gliene può «frega' de meno», ma poi sembra ricordare qualcosa: «certo la Nuvola è un impero... però aspetta, aspetta lì c'era stato... lì c'era stato un inghippo, ce stanno questi, eh?». Pozzessere parla di «grandi appoggi» e poi chiede: «Il senatore non l'hai visto?». «Sì - chiude Carminati - ma lì hanno fatto carne di... poi lui si è estromesso». Della Nuvola parlano poi il ras delle coop romane Salvatore Buzzi e la moglie.

Buzzi, alla donna che gli chiede il perché dei ritardi nei pagamenti da parte dell'Eur Spa, replica che «stavano pagando La Condotte d'acqua (committente dell'opera) e la Nuvola di Fuksas».

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