La stoccata di Giorgia Meloni a Salvini sulle accise: "Da via al primo Cdm all'aumento di 400 milioni"

La promessa non mantenuta

La stoccata di Giorgia Meloni a Salvini sulle accise: "Da via al primo Cdm all'aumento di 400 milioni"

Roma - «Più della metà della benzina che fate per andare a lavorare se ne va in accise. Cosa faccio se vinco le elezioni? Faccio giustizia e taglio». La promessa Salvini l'aveva fatta a favore di telecamera con tanto di lavagna e pennarello per cancellare l'odiata tassa sulla benzina con un tratto di penna. Ora che è al governo però il film è cambiato e la promessa sulle accise è una di quelle che deluderà gli elettori della Lega. Lo fa notare con una punzecchiatura via web Giorgia Meloni: «La manovra del governo prevede un aumento delle accise di 400 milioni solo nel 2020. Tanto perché dovevano essere cancellate nel primo consiglio dei ministri...». Che la questione avesse preso una piega diversa da quanto auspicato dai tanti nemici delle accise si era capito già il mese scorso, quando era stato cassato in commissione l'emendamento leghista che prevedeva un taglio di una parte delle accise che fanno lievitare il prezzo della benzina tale da cancellare almeno gli aumenti inseriti per la guerra in Abissinia e altre simili motivazioni anacronistiche.

Certo nessuno si aspettava che anche la Lega votasse per fermare il suo stesso emendamento. Ma ora, come ha messo in evidenza la leader di Fratelli D'Italia, si è andati oltre: dopo il braccio di ferro con l'Europa le accise sono previste addirittura in aumento.

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