Un altro orrore compiuto dall'esercito di Putin è stato l'attacco, denunciato in un posto su Telegram rilanciato dalla Bbc dal governatore della regione di Lugansk Serhiy Hayday, contro un ospizio della città di Kreminna, nell'Ucraina orientale. Lo scorso 11 marzo un carro armato avrebbe aperto al fuoco contro la struttura in modo «cinico e deliberato», provocando la morte di 56 persone e rapendo gli altri 15 ospiti scampati al massacro per trasferirli in un'altra struttura geriatrica nella stessa regione, a Svatove. Naturalmente le circostanze e i numeri dell'assalto non possono essere verificati in modo indipendente, anche perché secondo le forze di polizia è ancora impossibile raggiungere il luogo della tragedia, quindi bisogna dar fede alla denuncia del governatore.
Quelle contro gli anziani sono tra le infamie peggiori compiute dall'esercito russo in Ucraina. Come denuncia Natalia, trasferitasi da Kiev a Leopoli per dare una mano ai volontari di Mediterranea Saving Humans che assistono chi resta e chi fugge, le persone più vecchie sono le più fragili e le meno protette: «Un signore di 86 anni era rimasto solo al sesto piano di un palazzo senza corrente né acqua. Molti anziani sono rimasti senza niente».
Come gli anziani anche i bambini sono particolarmente colpiti dal conflitto. Secondo l'Ukrainska Pravda, che a sua volta cita l'ufficio del procuratore generalei, in oltre tre settimane sono stati uccisi 115 bambini mentre altri 140 sono rimasti feriti. Il maggior numero si registra nella regione di Kiev dove hanno perso la vita 58 bimbi. Numeri perfino sottostimati secondo quanto riferisce l'Unicef, l'agenzia per l'infanzia delle Nazioni Unite, che parla di 150 bambini uccisi dall'inizio dell'invasione e di 160 feriti. Poi ci sono i numeri spaventosi degli sfollati: «Almeno 1,5 milioni di bambini - dice il portavoce dell'Unicef Joe English - sono stati resi rifugiati dall'invasione non provocata dell'Ucraina da parte della Russia e altri 3,3 milioni di minori sono attualmente sfollati all'interno del Paese. Ognuno di questi è un singolo bambini la cui vita è stata fatta a pezzi, il cui mondo è stato capovolto». Spaventoso queso calcolo: «In media, ogni giorno negli ultimi 20 giorni in Ucraina, più di 70mila bambini sono diventati rifugiati. E ciò equivale a circa 55 ogni minuto, quindi quasi uno al secondo».
La strage dei bambini che nei giorni scorsi ha spinto gli abitanti di Leopoli a inscenare una suggestiva protesta, con centonove passeggini vuoti (corrispondente al numero di bambini uccisi a venerdì scorso) distribuiti su sei file nella centralissima piazza del mercato della città, di fronte al media center che accoglie, nella città dell'Ovest, giornalisti da tutto il mondo.
Secondo l'ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani dell'Onu (Ohchr) dall'inizio del conflitto sono stati uccisi 902 civili e 1.459 sono stati feriti, per lo più vittime dei bombardamenti e degli attacchi missilistici.
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