Roma - Il «nuovo che avanza» non prende l'auto blu. Sale piuttosto a piedi. Le consultazioni al Quirinale dei partiti politici che animano la diciottesima legislatura saranno ricordate per questo «strappo» a un cerimoniale non scritto: l'arrivo al cortile del Palazzo presidenziale a bordo di berline coi vetri oscurati. ll primo a scegliere il mezzo più lento ma più sicuro per muoversi in pieno centro a Roma è stato il presidente della Camera Roberto Fico. Era il secondo appuntamento (martedì mattina), dopo quello di Mattarella con il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati (che poi è anche la prima volta nella storia della nostra Repubblica che ad aprire il giro delle consultazioni con il presidente della Repubblica sia una donna). Fico ha spiazzato i fotografi facendo capolino dalla scalinata che collega via della Dataria alla piazza del Quirinale. Stesso scenario che poi hanno usato i «duellanti» Salvini e Di Maio. A piedi è arrivata anche la delegazione del Partito democratico. Insomma quasi tutto l'arco parlamentare ha scelto di seguire l'esempio di Fico. Anche su un altro punto il presidente della Camera ha «fatto scuola». La giacca sbottonata non è proprio uno spettacolo ordinario nei colloqui con il presidente della Repubblica. A seguirlo anche sul secondo «strappo» il suo compagno di partito Di Maio e il leader della Lega. Matteo Orfini, che faceva parte del quartetto piddino in missione quirinalizia, non è voluto essere da meno e si è adeguato al nuovo corso. Questo primo giro di consultazioni, poi, sarà ricordato per l'inedito look di Salvini. Quante volte era stato finora visto indossare una cravatta? Che non si trovasse a suo agio, poi, era del tutto evidente. Non siamo, tuttavia, ancora alla comicità involontaria. Quella è stata raggiunta con l'uscita dallo studio del presidente del Gruppo misto della Camera. Non ci poteva essere gruppo più eterogeneo. E faceva un certo effetto vedere nella Loggia del Quirinale Maurizio Lupi parlare con alle spalle Guglielmo Epifani che assentiva col capo. Esattamente come avrebbe fatto di lì a poco lo stesso Lupi a parti inverse. I giornalisti più maliziosi (tra cui Enrico Lucci di Nemo) hanno chiesto conto di questa anomalia, dell'arrivare tutti insieme da Mattarella portando posizioni tra loro affatto distanti. I delegati, però, non si sono scomposti e hanno risposto con fermo garbo e molta diplomazia.
Ultima curiosità: pur essendo passato poco più di un anno dalle ultime consultazioni (era fine 2016 dopo le dimissioni del governo di Matteo Renzi), il Quirinale ha rinnovato il logo che si trova sul podietto dal quale parlano le delegazioni, dopo il colloquio con Mattarella.
Il vecchio logo rettangolare è stato messo in cantina e adesso si trova un più snello ovale sul leggio di plexiglass. Sul logo grigio chiaro la scritta bianca «Presidenza della Repubblica italiana. Quirinale» con al centro lo stemma con le lettere R e I sovrapposte.
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