
Per la Corte d'Assise di Chieti quello di Alina Cozac, la 44enne di origine romena uccisa in casa a Spoltore, in provincia di Pescara, la notte del 22 gennaio 2023, non fu un omicidio volontario ma preterintenzionale aggravato. La riqualificazione del reato ha portato ad una pena sensibilmente più bassa rispetto all'ergastolo che era stato chiesto dall'accusa per il compagno della vittima, Mirko De Martinis, condannato a 18 anni di reclusione. Nonostante durante il processo i periti abbiano stabilito che la causa della morte di Alina è stata l'asfissia meccanica per compressione al collo. Strangolata, dunque.
La sentenza è stata pronunciata ieri dopo oltre due ore e mezza di camera di consiglio. La difesa di De Martinis aveva confermato la richiesta di assoluzione perché il fatto non sussiste. L'uomo, che si trova ai domiciliari, è stato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e condannato a risarcire i danni in separata sede alle parti civili.
Secondo l'accusa il movente è da ricercare nel fatto che la donna avesse deciso di lasciare il convivente per trasferirsi, proprio quel giorno, a casa di un'amica. "La giovane Alina, che conviveva per necessità con l'imputato - ha detto la pm Anna Rita Mantini nella sua requisitoria - aveva deciso di cambiare vita, di cambiare luogo di vita, di andare via di casa, di trovarsi autonomia economica, era una donna piena di vita e piena di desiderio di recuperare la propria vita libera, la propria libertà". Questo avrebbe scatenato la reazione violenta dell'imputato. Di avviso opposto la difesa: non ci sarebbe prova che il giorno dopo Alina sarebbe andata via di casa e la donna sarebbe morta per cause naturali, per una patologia pregressa. La notte del delitto fu lo stesso De Martinis a chiamare i soccorsi facendo credere che la compagna fosse morta per un malore.
I consulenti hanno invece confermato la tesi dell'asfissia da strangolamento, ritenuta compatibile con un'azione violenta. Otto mesi dopo l'uomo era stato arrestato per omicidio volontario. Ora la riqualificazione del reato gli ha evitato il carcere a vita.