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Migranti sulle navi quarantena, Galli: "Così il virus può dilagare"

Il direttore del reparto di Malattie infettive del Sacco, Massimo Galli, avverte il governo: "Sui traghetti il virus può dilagare". E spiega: "Servono luoghi adeguati all'isolamento"

Migranti sulle navi quarantena, Galli: "Così il virus può dilagare"

Sale sempre più la tensione per quanto riguarda l'arrivo di stranieri positivi al Covid-19. Per il momento la risposta che il governo Conte ha messo in campo è collocare i nuovi arrivati sulle "navi quarantena" ancorate al largo delle coste italiane. Una scelta presa non soltanto per tentare di evitare una nuova ripresa di contagi in Italia, ma anche per placare la rabbia dei cittadini, preoccupati per la propria salute. Eclatante esempio quello di Roccella Jonica e Amantea (Reggio Calabria), dove nelle scorse ore gli abitanti del posto sono scesi in strada per protestare contro l'arrivo di extracomunitari risultati positivi. La soluzione del governo Conte sarebbe quindi quella di requisire navi e caserme, che saranno trasformate per l'occasione in zone di isolamento, come è stato fatto con la Moby Zazà. Di chiudere i porti, invece, non ha alcuna intenzione. Tanto che le coste italiane continuano ad essere prese d'assalto da barconi carichi di clandestini.

Il professor Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Luigi Sacco di Milano, le misure adottate dal governo Conte sono un "errore colossale". È sbagliata, a suo dire, la decisione di tenere numerose persone potenzialmente infette stipate a bordo delle imbarcazioni. Intervistato dal Messaggero, il professore ha spiegato che la soluzione migliore sarebbe sottoporre in brevissimo tempo gli stranieri al test del tampone faringeo per poi provvedere a farli sbarcare. Lasciando gli extracomunitari sulla nave, infatti, non si farebbe altro che aumentare il rischio di una maggiore diffusione del virus fra gli ospiti. Per avvalorare quanto afferma, il medico ha ricordato quanto è accaduto a bordo della Diamond Princess, la nave da crociera rimasta un mese bloccata a largo delle coste di Yokohama a causa di numerosi casi di coronavirus fra i passaggeri. La soluzione della nave-quarantena non fece che causare ulteriori danni.

"Trattenere le persone lì è il modo migliore perché l'infezione si diffonda in maniera notevole", ha spiegato Galli nell'intervista al Messaggero."Quella nave da crociera, ricordiamo, ha provocato oltre 700 infettati e ha avuto un numero riproduttivo basale spaventoso da questo punto di vista". Bocciata, dunque, l'idea del governo. La procedura più corretta, ha ribadito il direttore del reparto di Malattie infettive del Sacco, resta quella di sottoporre gli extracomunitari al test e poi far scendere i soggetti risultati infetti, che saranno poi isolati altrove. "È necessario che vengano divise le persone che risultano positive da quelle che sono negative, e comunque vanno quarantenate", ha poi aggiunto il professore. "I positivi devono essere curati da una parte, e i negativi isolati e in quarantena da un'altra parte. Al termine dei 14 giorni di quarantena comunque procederei con un secondo tampone".

L'intervista del Messaggero si sposta poi sulla questione centri d'accoglienza. I nuovi arrivati, infatti, non potranno accedervi per ovvie ragioni di sicurezza. "Si sta parlando per forza di strutture più o meno di tipo alberghiero, o qualcosa di simile. Vanno trattenuti, insomma, in luoghi idonei dove è possibile mantenerli in quarantena e distanziati", ha proseguito Galli. È importante operare con la massima cautela in quanto, secondo il professore, il rischio che alcuni soggetti infetti in giro per il Paese possano scatenare nuovi focolai non può essere escluso.

Galli si è dichiarato anche favorevole al mantenimento dello stato di emergenza: "Sono d'accordo che venga mantenuto lo stato di emergenza, per lo meno si può cercare di regolamentare meglio anche questi interventi".

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