Il doppio gioco di Di Maio: vuole fare il vicepremier

Il ministro degli Esteri ha pronto il piano per riprendersi il Movimento e tornare vicepremier: ecco il doppio gioco per cercare di non perdere visibilità

Il doppio gioco di Di Maio: vuole fare il vicepremier

Sui social insiste quotidianamente sul "Sì" al referendum, non si arrende e fa a gomitate con i suoi principali competitors interni: Luigi Di Maio non vuole assolutamente perdere la doppia partita che sta giocando nel governo e all'interno del Movimento 5 Stelle. All'ex capo politico dei grillini fa gola l'eventuale rimpasto qualora il centrosinistra dovesse fallire clamorosamente alle elezioni Regionali: il suo intento è quello di salire di grado. E in autunno c'è una partita apertissima tra i pentastellati: nelle prossime settimane il reggente Vito Crimi dovrebbe nominare il comitato organizzatore degli Stati generali. Fin da subito il ministro degli Esteri vuole fare una prima mossa: piazzare un suo fedelissimo nella cabina di regia con il fine di ottenere una forma congresso il più aderente possibile ai suoi progetti.

I vari big correranno per la segreteria, mentre proveranno a inserire nel comitato organizzatore i propri fedelissimi. Il titolare della Farnesina, fanno sapere, avrebbe le idee chiare: il M5S deve tornare a essere l'ago della bilancia politica, ripudiando un ingresso definitivo nell'area di centrosinistra. Eppure lo stesso Di Maio in questi giorni si è speso per provare a siglare gli ultimi accordi territoriali con il Partito democratico. Come riportato da La Repubblica, il pentastellato sostiene che nella preparazione delle Regionali sia stato sbagliato tutto, che non vi sono state circostanze per creare un percorso serio e concreto e che la consultazione su Rousseau alla vigilia di Ferragosto sia stato un errore davvero gigantesco.

Quel doppio gioco di Di Maio

Intanto non mancano le confessioni di delusione nei suoi confronti. Antonella Laricchia, ex fedelissima in corsa per la guida della Regione Puglia, avrebbe raccontato ad alcuni dirigenti: "Io con Luigi non parlo più. Mi ha chiamata per chiedermi di desistere. Da lui non me lo sarei mai aspettata". Anche perché la strategia di Di Maio sarebbe chiara: intestarsi la vittoria del referendum (che considera scontata, anche se il fronte del "No" cresce ogni giorno) e attribuire a Vito Crimi la responsabilità di una debacle alle Regionali. Vorrebbe dimostrare che il Movimento deve passare necessariamente da lui se vuole ottenere risultati elettorali positivi.

Una speranza che si è rafforzata dopo il tentativo (fallito) del premier Giuseppe Conte, il quale aveva fatto un forte pressing per le alleanze nelle Marche e in Puglia che però non sono arrivate.

Tuttavia va considerato che un totale fallimento delle forze di maggioranza alle Regionali potrebbe anche non avere come esito il rimpasto che Di Maio si augura: potrebbe tornare a vestire i panni del vicepremier, con Nicola Zingaretti dall'altra parte, ma non è affatto scontato che questa smania di protagonismo possa essere appagata.

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