Lo sforzo richiesto per gli anni 2017 e 2017 rischia di portare l'Italia a una "significativa deviazione" dei conti pubblici. C'è questo in una lettera arrivata dal vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e dal commissario agli affari economici Pierre Moscovici al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, in cui si chiedono chiarimenti entro martedì prossimo, 31 ottobre, quando peraltro è prevista l'inaugurazione della sessione di Bilancio in Senato.
Nella lettera si chiedono "ulteriori informazioni sulla precisa composizione dello sforzo strutturale previsto nel progetto di bilancio 2018", pur assicurando che nel suo giudizio la Commissione "terrà in conto, comunque, l'obiettivo di avere un sistema fiscale che contribuisca tanto a rafforzare la continua ripresa (dalla crisi) e assicuri la sostenibilità delle finanza pubbliche italiane" nonché "i recenti sviluppi e previsioni di spesa relativi all'arrivo e alla presenza di migranti in Italia".
Una sottolineatura che, secondo fonti del Mef, implica il riconoscimento della validità del concetto che il 'sentiero è strettò, come ripete il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Anche perché, è il ragionamento, in presenza di gravi difformità dalle regole la Commissione avrebbe la facoltà di rigettare direttamente il Documento Programmatico di Bilancio ma Dombrovskis e Moscovici non lo hanno fatto.
Per questo si è fiduciosi che i chiarimenti, che Padoan fornirà a breve nella sua risposta, dimostreranno adeguatamente che l'Italia rispetta le regole europee. Il titolare di via XX Settembre dovrà rispondere in maniera dettagliata alle osservazioni della commissione Ue, che ha evidenziato come la bozza di bilancio per il 2018 "implica un deterioramento del bilancio strutturale che punta ad una significativa deviazione" dagli sforzi previsti, che erano stati quantificati nell'almeno lo 0,6% del Pil raccomandato dall'Ecofin del 12 luglio 2016.
"Nel 2018 - scrive Bruxelles - il Draft Budgetary plan prevede uno sforzo strutturale dello 0,3% del Pil". Questo dato però, "una volta ricalcolato dagli uffici della Commissione Ue, in base alla metodologia comunemente condivisa, arriva allo 0,2%". Non solo. Anche per il 2017 la spesa primaria italiana rischia di eccedere i limiti richiesti dall'Unione europea anche tenendo conto della maggiore flessibilità richiesta a Bruxelles in relazione alle spese sostenute per migranti e terremoto.
"Il tasso di crescita reale previsto per la spesa primaria eccede la riduzione raccomandata di almeno l'1,4% - si legge nella lettera -.
Questa conclusione sarebbe ugualmente confermata anche se venisse sottratta dal dato richiesto la tolleranza provvisoria (ancora da confermare sulla base dei dati prodotti), relativa all'eccezionale flusso di rifugiati e alle misure di sicurezza contro il rischio sismico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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