Voleva attirare l'attenzione del suo fidanzato e fare in modo che lui si ingelosisse. Così ha inventato di essere stata stuprata. Ma il castello di carta che aveva creato ieri è crollato ed è rimasta solo la figuraccia che ha fatto con parenti, amici e il tempo fatto perdere agli inquirenti.
Una quindicenne i primi di maggio aveva denunciato di essere stata violentata sui prati del Talvera, a Bolzano, ma la Procura della Repubblica l'ha smentita. Il racconto fatto dalla minorenne era quantomai inquietante. Aveva detto che, mentre alle 14 stava tornando a casa in bicicletta sulle passeggiate che costeggiano il fiume Isarco, nei pressi dello stadio Druso, era stata spinta tra i cespugli, e violentata sotto la pista ciclabile. Poi si era messa a gridare ed era stata soccorsa da alcuni passanti. I «mostri» secondo la sua descrizione erano due ragazzi di origine africana: un uomo con i capelli rasta che l'avrebbe colpita al volto, mentre il complice l'avrebbe trascinata verso il fiume e sulla sponda avrebbe abusato di lei. Poche ore dopo due uomini erano stati fermati perché sospettati dello stupro, ma poi erano stati rilasciati.
La polizia aveva quindi acquisito tutte le immagini delle telecamere più vicine alla zona, anche se pressi del ponte giallo, non esisteva videosorveglianza. La scientifica aveva fatto il suo lavoro per trovare tracce sui vestiti della vittima e anche la bicicletta della ragazzina era stata sequestrata.
Ma nessun testimone oculare si era rivolto agli inquirenti, che avevano lanciato un appello. E la versione della studentessa nei giorni scorsi è radicalmente cambiata: davanti al pm e alla psicologa la quindicenne ha ammesso di aver dichiarato una cosa per attirare l'attenzione del proprio ragazzo, senza, però, valutare la dimensione che la vicenda avrebbe potuto assumere. Infatti il caso era stato seguito dai media sia locali che nazionale, c'erano stati interventi di esponenti delle forze politiche e anche un sit-in organizzato da varie associazioni bolzanine. Dopo la diffusione della notizia, circa 400 persone avevano partecipato qualche giorno più tardi a un presidio di solidarietà sulle passeggiate del Talvera.
La vicenda ricorda in qualche modo il caso della 24enne che aveva inventato di essere stata violentata nell'ascensore della linea ferroviaria a San Giorgio a Cremano (Napoli) il 6 marzo scorso. Ma il presunto «branco» era tornato in libertà perché i giudici del Riesame di Napoli non erano convinti del racconto della ragazza, nonostante il referto medico su di lei confermasse lesioni agli organi genitali compatibili con l'uso di violenza da parte dei ragazzi.
La teoria della vittima era poi stata smentita anche immagini delle telecamere interne
della stazione, che la vedevano scherzare e parlare con i ragazzi. Lei aveva provato a raccontare che si era sentita incapace di reagire. Ma per i giudici dietro a quel racconto c'era una personalità bipolare della ragazza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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