Dopo i nuovi attacchi missilistici del Cremlino, tornati a centrare l'Ucraina su larga scala, la Germania ha convocato un vertice d'urgenza dei leader del G7 con Zelensky in collegamento video. La presidenza di turno tedesca vuol discutere oggi stesso gli sviluppi dell'invasione. Per l'inquilino dell'Eliseo Emmanuel Macron, i mirini russi puntati su tutto il territorio ucraino, anche contro i civili, rappresentano infatti «un profondo cambiamento nella natura della guerra». E ieri, dopo la «chiamata urgente» di Zelensky - i due hanno parlato per la prima volta da tempo dell'ipotesi di rafforzamento della difesa aerea e della necessità di maggiori pressioni sulla Federazione Russa - c'è forse da attendersi un segnale energico dall'occidente.
Il presidente del parlamento di Kiev, Ruslan Stefanchuk, ha invitato i suoi omologhi delle nazioni del G7 a designare la Russia come Stato terrorista. E seppure non si arriverà a tanto, le reazioni, aldilà dei toni, convergono su un'analisi diffusa: Mosca non sembra intenzionata a fermarsi, se non costretta con strumenti ad hoc; specie a fronte delle parole del presidente bielorusso Lukashenko, pronto a entrare in guerra accanto a Putin, dopo averlo spalleggiato.
Via dunque a nuove contromisure. «Siamo con l'Ucraina», riassume in un tweet l'Alto rappresentante per la Politica estera Ue Josep Borrell, che annuncia un ulteriore supporto militare in arrivo dai 27. Dopo aver parlato con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, pure il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, assicura che l'Alleanza atlantica continuerà, per tutto il tempo necessario, a sostenere il «coraggioso popolo ucraino nella lotta contro l'aggressione». Proteggere meglio i cieli dell'Ucraina, è l'auspicio della premier estone. E proprio dalla frontiera tra Estonia e Russia (dove la scorsa settimana un blitz attribuito alla Federazione ha fatto sparire un migliaio di ucraini in fuga), la presidente della commissione europea Von der Leyen si dice «scioccata» per l'attacco su Kiev: «I responsabili rendano conto del terrore». Serve però una reazione europea, insiste Zelensky, aldilà delle parole.
I leader provano a leggere la nuova fase. «Ognuno di questi missili isola ulteriormente la Russia e rafforza la nostra convinzione di difendere chi si batte per la propria libertà», è il commento della premier in pectore Giorgia Meloni. Tramite la Farnesina, l'Italia si dichiara «inorridita» per la nuova ondata di razzi, rinnovando il sostegno a Kiev contro quelli che la ministra degli Esteri francese bolla come «crimini di guerra» e che il capo della diplomazia britannico interpreta a sua volta come «dimostrazione di debolezza di Putin, più che di forza».
Dall'Onu, solo parole. Il segretario generale Antonio Guterres denuncia l'escalation «inaccettabile», scioccato dagli attacchi russi rivendicati da Putin. Nulla si muove però in Consiglio di sicurezza. Mentre in Asia, sì. La versione cinese sollecita il ritorno al dialogo ed evoca, soprattutto, legittime preoccupazioni in materia di sicurezza «da prendere sul serio». Pechino non nasconde più il fastidio per gli azzardi putiniani, e il ministero degli Esteri cinese torna a evocare «il rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale di tutti i Paesi».
Persino l'India si dice «profondamente preoccupata» e chiede a Putin il ritorno urgente alla diplomazia: «L'escalation non è nell'interesse di nessuno, sollecitiamo l'immediata cessazione delle ostilità», spiega il portavoce del ministero degli Esteri. Scricchiola pure l'equilibrismo della Turchia, che condanna «fermamente» Mosca nonostante il suo ruolo di «garante» dell'export di grano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.