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Si uccide in casa Luca Ruffino. Era il presidente di Visibilia

Trovato dal figlio nella notte di sabato. L'imprenditore 60enne ha lasciato un biglietto: motivazioni di salute

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Si è suicidato sabato sera, poco prima di mezzanotte, Luca Giuseppe Reale Ruffino, diventato presidente di Visibilia Editore dallo scorso 18 ottobre dopo l'uscita del ministro del Turismo Daniela Santanchè. A scoprire il corpo nella camera da letto della sua abitazione in via Spadolini a Milano è stato uno dei due figli, che non lo sentiva da qualche ora. Secondo le prime informazioni Ruffino, sessant'anni, si sarebbe sparato con un'arma regolarmente detenuta e avrebbe lasciato uno o più biglietti con le sue ultime volontà. Il gesto sarebbe legato a gravi problemi di salute. Ancora giovedì, appena due giorni prima del tragico gesto, aveva partecipato per l'ultima volta a una riunione del Cda di Visibilia. Trascorreva normalmente questo periodo in Sardegna, dove aveva una villa. Non sorprende invece che fosse in possesso di una pistola, aveva fatto il servizio militare da ufficiale dei Carabinieri e da allora indossava sempre, con orgoglio, il distintivo nell'occhiello della giacca. Non ci sarebbero dubbi sul fatto che si sia trattato di un gesto volontario. Nei biglietti destinati ai familiari spiegherebbe le ragioni del gesto. La procura di Milano ha aperto comunque un fascicolo con l'ipotesi di reato di istigazione, un passaggio necessario anche per compiere eventuali accertamenti come l'autopsia.

Ruffino ha avuto un lungo percorso politico, come segretario milanese dell'Udc e come coordinatore regionale del Pdl. Un passato nei Cda FerrovieNord, Fiera Milano e Milano Serravalle Engeenering. Ma aveva soprattutto una grande capacità nella gestione dei condomini, tanto che aveva fondato Sif Italia, diventando in Italia il primo amministratore di condominio con uno studio di amministrazione condominiale quotato in Borsa. Nel 2012 finì nel tritacarne giudiziario con due esponenti di FdI, Romano La Russa (fratello del presidente del Senato Ignazio) ai tempi nella giunta Formigoni e oggi in quella di Attilio Fontana, e il deputato Marco Osnato, allora consigliere comunale del Pdl a Milano e dirigente dell'Azienda regionale di edilizia pubblica (Aler). Un'inchiesta per presunti finanziamenti illeciti in gare di appalto e su materiale elettorale. Un grande buco nell'acqua, sette anni dopo tutti furono assolti con formula piena dalla Cassazione «perché il fatto non sussiste». Ruffino lo aveva definito «un incubo durato sette anni, sono stato nel tritacarne mediatico dell'era Formigoni, un'operazione fantasiosa che mi ha costretto alla vergogna. Un sentimento che annichilisce e trascina in basso».

A ottobre quando Santanchè ha ceduto le partecipazioni di Visibilia Editore Ruffino, vicino ai vertici lombardi di Fratelli d'Italia, è entrato come socio di maggioranza tramite la controllata Sif Italia. Santanchè ne è uscita lo stesso mese e due settimane dopo è scattata l'istanza di fallimento. Ruffino non era mai stato indagato né sentito dai pm in qualità di testimone in merito all'inchiesta su Visibilia. «Era un professionista serio, impegnato, attento agli inquilini che amministrava e che conosceva quasi tutti personalmente - il commento di Osnato - Sono molto scosso e dispiaciuto. Non tutti sanno che, con assoluta discrezione, faceva molta beneficenza e, quando poteva, dava una mano a chiunque in quei quartieri gliela chiedesse senza mai chiedere nulla in cambio».

Anche Visibilia Editore «si stringe nel dolore alla famiglia».

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