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Ma sul Recovery Draghi ha seguito i tempi previsti

La notizia che il governo sta lavorando a un decreto legge per rivedere la governance del Pnrr sembra convincere solo in parte gli uffici del Piano nazionale di ripresa e resilienza

Ma sul Recovery Draghi ha seguito i tempi previsti

La notizia che il governo sta lavorando a un decreto legge per rivedere la governance del Pnrr e metterci dentro le parti normative del Recovery che non si riuscirà ad attuare prima del 31 dicembre sembra convincere solo in parte gli uffici che fino ad oggi si sono occupati dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Perché è vero che su 55 obiettivi, al momento del passaggio di consegne tra Draghi e Meloni ne erano stati raggiunti 25 e ne mancavano ancora 30. Ma la convinzione di chi la lavorato con l'ex numero uno della Bce è che non ci sia stato alcun ritardo sul tabellino di marcia. Anzi, il raggiungimento di 25 obiettivi a metà ottobre è stato il risultato di uno sforzo importante nonostante la crisi di governo. Poi ci sono alcuni dossier chiave, che l'attuale esecutivo giudica indietro a differenza di quanto invece pensa l'entourage dell'ex premier. Sul processo penale, per esempio. Che il governo Draghi ha «approvato come decreto legislativo» e «raggiunto come obiettivo Pnrr». Poi, il nuovo esecutivo, con il suo primo decreto legge, ne ha differito l'entrata in vigore al 30 dicembre, volendone modificare alcune previsioni. Quanto ai servizi pubblici locali, invece, Draghi li ha approvati in Cdm il 16 settembre, attuando una legge delega (quella sulla concorrenza) approvata a agosto. Sul fronte scuola, invece, si tratta affrontare il nodo del dimensionamento della rete scolastica, in particolare la ripartizione tra le Regioni dei dirigenti scolastici e, quindi, delle scuole. Un tema, insomma, politicamente sensibile.

Difficile da prendere in mano per un governo in affari correnti.

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