Coronavirus

Sulla scuola il muro cede. Boccia: "Scelte con l'Rt"

Va bene preservare la scuola ad ogni costo, almeno asilo ed elementari. Ma se in alcune regioni i contagi superano un certo limite, siano i governatori a decidere se lasciare gli studenti a casa

Sulla scuola il muro cede. Boccia: "Scelte con l'Rt"

Va bene preservare la scuola ad ogni costo, almeno asilo ed elementari. Ma se in alcune regioni i contagi superano un certo limite, siano i governatori a decidere se lasciare gli studenti a casa.

È la proposta avanzata dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia nel corso dell'incontro con amministratori ed enti locali. Nessuna decisione a livello nazionale sulla scuola, dunque, dipende dal grado Rt in ogni regione. Se supera un certo livello, ritiene Boccia, alcune misure già previste dal piano condiviso da scienziati e Regioni scattano in automatico.

Continua il confronto con le Regioni sulla didattica a distanza. Sul tavolo rimane l'ipotesi di salvare asilo ed elementari in presenza, ma si continua a discutere se introdurre la Dad al 100 per cento non solo alle superiori ma anche in terza media, tenendo conto che a 13 anni i ragazzi sono per lo più autonomi. Questa la novità che potrebbe arrivare tra oggi e domani con il nuovo Dpcm con le misure di contenimento del virus. Favorevole a far studiare i ragazzi a casa è il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti. «Fare didattica a distanza per un mese può salvare l'anno scolastico. Così come chiudere per trenta giorni un cinema o un teatro può salvare la stagione», dice il governatore. Sulla stessa linea, Michele Emiliano, che governa la Puglia e che nella sua regione le scuole le ha già chiuse. «Nessuno sa quanto durerà l'epidemia, probabilmente faremo una serie di stop&go, che non sono contraddizioni ma la naturale gestione di una pandemia», avrebbe detto il presidente Emiliano durante l'incontro di ieri con il governo.

«Alla luce di questi stop&go la didattica in presenza può essere interrotta», ha aggiunto, spiegando di «capire bene i problemi organizzativi delle famiglie e proponendo di «studiare un meccanismo per fargli prendere babysitter o congedi parentali».

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