Sumaya Abdel Qader, la candidata musulmana vola a Milano

Sumaya Abdel Qader ottiene oltre mille preferenze personali e vola verso Palazzo Marino: in passato era stata contestata da comunità ebraica e musulmani moderati

Sumaya Abdel Qader, la candidata musulmana vola a Milano

Sumaya Abdel Qader ce l'ha fatta. La candidata musulmana del Pd alle elezioni comunali di Milano è stata sommersa da una valanga di voti, con oltre mille preferenze personali.

Lo ha annunciato lei stessa questa mattina con un post sul proprio profilo Facebook, rivendicando un "importante risultato personale": "Un sentito grazie ai più di mille milanesi che hanno voluto darmi fiducia ieri scrivendo il mio nome scrive la candidata - Un importante risultato personale certamente, ma non è finita. Il 18 giugno andremo al ballottaggio e servirà ancora l'impegno di tutti per portare a casa la vittoria definitiva."

Chi è Sumaya

Sumaya, musulmana osservante, correva per un seggio a Palazzo Marino come sesta candidata in lista per il Partito Democratico, terza donna dopo l'ex vicesindaco Carmela Rozza e Milly Moratti. Nel corso della campagna elettorale si è guadagnata una notevole visibilità intestandosi molte battaglie per i diritti dei cittadini milanesi di religione musulmana, a partire da quella per la costruzione di una moschea, promessa da Pisapia ormai cinque anni fa e poi mai realizzata.

La prossima consigliera comunale incassa inoltre il sostegno del Caim, sigla che riunisce molte associazioni islamiche del Milanese e che spesso è stata attaccata dalle frange moderate della galassia islamica milanese.

Le critiche della comunità ebraica

La figura di Sumaya, peraltro, è stata anche criticata in occasione dell'ultimo 25 aprile, quando aveva rilasciato dichiarazioni che avevano fatto infuriare la comunità ebraica: "Sfilerei con la brigata ebraica senza problemi - aveva scritto - se non confondesse il suo essere profondamente italiana con Israele che non rappresenta me e tanti italiani.

" Parole accolte con fastidio da piddini legati alla comunità ebraica meneghina, con Emanuele Fiano che aveva giudicato "inaccettabile" l'esitazione, da parte di un candidato Pd, a sfilare dietro il vessillo della brigata ebraica, e con Daniele Nahum, che aveva accusato la compagna islamica di partito di confondere la sfilata del 25 aprile con il carnevale ambrosiano.

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