La super-portaerei Usa è arrivata nei Caraibi. E in Venezuela inizia la mobilitazione militare

La Gerald Ford davanti alle coste: oltre 200mila uomini e mezzi contro "l'imperialismo che vuole il cambio di regime a Caracas"

La super-portaerei Usa è arrivata nei Caraibi. E in Venezuela inizia la mobilitazione militare
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In Venezuela è scattata la più grande mobilitazione militare dalla crisi del 2019. Il presidente de facto Nicolás Maduro ha attivato il Comando di Difesa Integrale e dato il via al Piano Indipendenza, un'operazione che secondo le sue parole mira a "garantire la sovranità e l'integrità territoriale" di fronte all'"imperialismo statunitense nei Caraibi". Da giorni, la tv di Stato chavista mostra esercitazioni militari venezuelane definite una "prova generale in tempo reale" per testare la reazione di forze armate, polizia e milizie popolari a un attacco esterno.

"L'ordine è stato dato e tutte le forze sono mobilitate in difesa del nostro diritto alla pace, alla Repubblica, al potere popolare e alla vera democrazia", ha detto Maduro, presentando la nuova Legge sul Comando per la Difesa Integrale della Nazione, che istituzionalizza la cooperazione tra civili e militari, basandosi sulla dottrina bolivariana. "È un articolo potente della Costituzione del 1999", ha tuonato. Il ministro della Difesa Vladimir Padrino López ha annunciato ieri la mobilitazione di 200mila uomini, fra esercito, marina, aviazione e milizia territoriale. "Andate per le strade e vedrete un popolo determinato a difendere la patria fino alla morte", ha detto, parlando di "rifiuto unanime dell'aggressione imperialista".

Sul fronte opposto, Washington ha annunciato che è finalmente arrivata nel mar dei Caraibi la Uss Gerald R. Ford, la più potente portaerei del mondo, accompagnata da un gruppo d'attacco di cacciatorpediniere e circa 15mila uomini. Ufficialmente, la missione rientra nelle operazioni "anti-narcotraffico" che hanno già eliminato poco meno di 80 "narcoterroristi" ma per Caracas è "il preludio a un tentativo di cambio di regime". Intanto, la Francia ha espresso "preoccupazione per le operazioni militari nella regione", ricordando per voce del ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot che "nelle Antille e nella Guyana francese vivono oltre un milione di cittadini francesi".

Sul piano internazionale, è entrato in vigore ieri l'Accordo di Associazione Strategica e Cooperazione tra Russia e Venezuela, ratificato da Vladimir Putin e Maduro, che consolida la partnership militare e tecnologica tra i due Paesi. Un segnale diretto a Washington, mentre secondo media brasiliani Mosca avrebbe già inviato a Caracas sistemi di difesa aerea Pantsir-S1 e Buk-M2E.

Non bastasse negli Usa Marshall S. Billingslea, già sottosegretario al Tesoro per il Finanziamento del Terrorismo durante il primo mandato di Trump, ha pubblicato sui social un'immagine di un asso di picche con il volto di Maduro.

Un'allusione alla tradizione dell'esercito statunitense in Vietnam e in Iraq, quando le carte venivano usate per "marchiare" i nemici da eliminare. Pur senza commenti diretti, il gesto è stato interpretato come un'ulteriore minaccia simbolica in una guerra psicologica che va avanti ormai da mesi.

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