
Ursula Von der Leyen tira dritto e, tra le polemiche anche interne alla sua maggioranza, ha ufficialmente presentato il nuovo Quadro finanziario pluriennale 2028-2034 dell'Ue. Accentramento dei poteri a Bruxelles, rischi per l'agricoltura e le autonomie regionali e nuove tasse sono i punti salienti del bilancio europeo. In particolare il nodo del contendere è la creazione di un fondo unico che contiene sia le risorse destinate alla coesione sia alle politiche agricole ma le due dotazioni appaiono molto ridimensionate rispetto al bilancio attuale in cui la Politica agricola comune e la coesione rappresentano oltre il 60% degli stanziamenti. Von der Leyen ha rivendicato il piano spiegando che "è un bilancio per una nuova era che corrisponde alle ambizioni dell'Europa" aggiungendo che si tratta del "più ambizioso di sempre". Il prossimo Quadro finanziario pluriennale avrà a disposizione un totale di 2 trilioni di euro per il periodo di sette anni facendo salire la spesa totale all'1,26% del reddito nazionale lordo dell'Ue. Nello specifico la Commissione stanzierà 865 miliardi di euro ai Piani nazionali e regionali, 410 miliardi al Fondo europeo per la competitività, 200 miliardi all'Europa globale (tra cui 100 miliardi all'Ucraina), e 292 miliardi a altri programmi. Il commissario europeo al Bilancio Piotr Serafin ha presentato anche tre nuove tasse sui rifiuti elettrici, i prodotti del tabacco (15 miliardi) e le grandi aziende dell'Ue per rimborsare il debito post-Covid con un costo stimato da 25 a 30 miliardi all'anno.
Secondo una serie di documenti riservati anticipati da Euractiv potrebbero esserci aumenti record dei prezzi al consumo con accise che aumenterebbero da +139% per le sigarette a +1.090% per i sigari. Inoltre è stata confermata la proposta del 2021 per una tassa sulle emissioni carbonio e per prendere una quota dei ricavi generati dal regime di scambio di emissioni raggiungendo 58 miliardi di introiti.
Il nuovo bilancio europeo riesce nell'impresa di compattare popolari, socialisti, liberali e verdi che, in una nota congiunta, scrivono: "Il Parlamento europeo non accetterà alcuna riduzione del controllo parlamentare e del legittimo controllo e scrutinio democratico sulla spesa dell'Ue o, peggio, una rinazionalizzazione delle principali politiche dell'Unione". In una nota del Parlamento europeo la proposta della Commissione europea viene definita "semplicemente insufficiente".
Sul piede di guerra anche il mondo dell'agricoltura con Coldiretti che ha organizzato due sit in a Roma e Bruxelles al grido di "L'Europa non è von der Leyen" invitando il presidente della Commissione Ue a "mangiare italiano". Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo spiegano che "un taglio del 20% delle risorse della Pac è un disastro annunciato" mentre per Cia-agricoltori italiani "così la Pac viene disintegrata".
Il Capo delegazione di Fdi e Coordinatore Ecr in Commissione Agricoltura Carlo Fidanza spiega che: "Ora andremo a verificare le cifre reali e inizieremo un negoziato che si preannuncia lunghissimo e durissimo" mentre il gruppo europeo della Lega con il capo delegazione Paolo Borchia parla di "un colpo diretto agli agricoltori europei". È importante sottolineare che il piano Von der Leyen dovrà essere approvato dai ventisette governi dell'Ue e dall'Europarlamento.
Intanto a San Benedetto del Tronto, nell'ambito delle Giornate di Studio del Gruppo ECR al Comitato europeo delle Regioni alla
presenza del presidente delle Marche Francesco Acquaroli, il presidente della regione Abruzzo e dell'ECR al comitato delle regioni Marco Marsilio ha definito "inaccettabile un fondo unico nazionale che taglia fuori le regioni".