La surreale "Festa dell'Unit*": via la vocale per "l'inclusività"

La tradizionale kermesse del Pd modifica il nome per il politicamente corretto. Orfini: "A me piace". Ma Schlein non ne sa nulla

La surreale "Festa dell'Unit*": via la vocale per "l'inclusività"
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C'era una volta la Festa dell'Unità di Roma con i concerti di Vecchioni, De Gregori e Battiato e con le migliaia di compagni che invadevano l'area delle Terme di Caracalla. Oggi, i bei tempi del glorioso Pci-Pds-Ds sono finiti e i militanti romani del Pd, due giorni fa, hanno accolto la segretaria Elly Schlein alla Festa dell'Unit*. Una scelta di inclusività che rispecchia il segno dei tempi, ma che è stata oggetto di non poca ironia. «Ma unit*' in che senso? Per il Pd esiste anche la Festa dell'Unitò'?», ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini su Instagram. Una polemica di cui la segreteria Schlein, incontrata casualmente dal Giornale in Transatlantico, appare ignara e che non intende alimentare con una replica. «Vi leggerò domani», dice salutandoci con un sorriso.

L'asterisco è un tema divisivo anche tra i parlamentari e gli esponenti nazionali del Partito Democratico. I più preferiscono non rispondere, altri liquidano la vicenda con un secco: «Sono in ferie». Solo pochi coraggiosi, a denti stretti, dopo alcuni momenti di titubanza, si azzardano a rilasciare un loro commento.«A me il simbolo piace. E soprattutto piace alle persone che stanno venendo alla festa», dice il deputato Andrea Casu, segretario del Pd capitolino dal 2017 fino al 2023. Che poi aggiunge: «Invece che di fiori e asterischi il ministro Salvini dovrebbe occuparsi della crisi del Trasporto Pubblico Locale e potenziare il fondo nazionale per garantire servizi migliori ai cittadini e rinnovare il contratto dei lavoratori». Anche Matteo Orfini, esponente della minoranza dem, approva: «A me piace. È un segnale di inclusività. E il fatto che se ne stia discutendo dimostra che funziona anche comunicativamente». Tra i fuoriusciti dal Pd, però, non mancano le critiche. Marco Cappa, ex dirigente locale dei dem capitolini, ora vicino a Matteo Renzi (uno che da presidente del Consiglio ha fatto la legge sulle unioni civili), commenta: «Di certo non mi pare la priorità a Roma. Tra le stazioni della metro ferme, lo slalom tra i cantieri e gli autobus che non passano, mi dedicherei più ai problemi della città che alla neutralità del genere». Ma anche il mondo del web si divide.

Unit*? Quand* l'h* lett* non volev* crederc* pensate che basti qualche asterisco a risolvere i problemi del Paese?? Poi per forza vincono i borgatari fascisti, si legge tra i commenti di un post pubblicato sul profilo Instagram della Festa dell'Unità di Roma con cui si sponsorizzava proprio la partecipazione della segretaria Schlein al dibattito tenutosi due giorni fa. Un commento al vetriolo che non arriva certamente da un oppositore politico, ma da un elettore o un militante del Pd molto critico verso il nuovo corso intrapreso dal partito...

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