Politica internazionale

La svolta a destra piace a Fdi. "Finisce il regime populista"

Meloni: "Con Buenos Aires profondi legami". Fidanza: "Milei ha vinto nonostante una campagna d'odio"

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Il tornado Javier Milei è pronto ad abbattersi sulla politica argentina e non solo. Al nuovo presidente eletto guardano, infatti, con attenzione i leader di tutto il mondo, Italia compresa, nel tentativo di inquadrare un personaggio fuori dagli schemi, un professore di economia dall'aspetto da rockstar, deciso a riportare l'Argentina saldamente nel mondo occidentale, chiudendo la lunga era del peronismo di sinistra.

Se Matteo Salvini di prima mattina fa i complimenti al presidente eletto, Forza Italia si schiera su posizioni attendiste. «È una scelta del popolo argentino che rispettiamo. Ci auguriamo che i rapporti tra i nostri paesi possano essere sempre più forti», dichiara Alessandro Cattaneo. Fratelli d'Italia, invece, non nasconde il proprio entusiasmo per il cambio di rotta a Buenos Aires. Giorgia Meloni chiama Milei per congratularsi. «L'Argentina è una nazione a cui siamo legati da profondi legami e in cui vive la più grande comunità di italiani all'estero. Roma e Buenos Aires condividono valori comuni che definiscono la nostra azione di politica estera nell'attuale contesto internazionale».

Parole istituzionali a cui si accompagnano quelle più politiche del capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento Ue, Carlo Fidanza, e dal co-presidente del gruppo Ecr, Nicola Procaccini. «L'impossibile non esiste!», dice Fidanza. «Dopo anni di regime populista di sinistra e la solita campagna di odio e menzogne, l'Argentina volta pagina. Una cavalcata straordinaria, partita dal nulla e nutrita dall'amore di un popolo che si è finalmente risvegliato. Contro Milei è partito il classico campionario di insulti e di etichette riservato a coloro che osano opporsi alla sinistra, ma ancora una volta non ha funzionato. C'è stata una grande partecipazione, la maggioranza di centrodestra si è compattata. E poi c'è un tema geopolitico, l'Argentina rompe l'asse Russia-Cina-Cuba-Venezuela, torna a un rapporto privilegiato con l'Occidente. Un altro segnale in controtendenza dopo quello di José Antonio Kast in Cile».

Procaccini ricorda, invece di aver avuto occasione di conoscere Milei due anni fa. «È un economista brillante e preparato. Le sue capacità e le sue idee possono consentire a questa nazione, che ha tanti legami con l'Italia, di liberarsi da una stagnazione economica causa anche di instabilità sociale.

Un risultato elettorale importante, frutto anche dell'alleanza strategica con la terza classificata, Patricia Bullrich, dimostrando che quando il centrodestra è unito vince».

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