
L'Italia torna ufficialmente protagonista nella corsa al nucleare. Con l'adesione formale all'Alleanza nucleare europea, Roma abbandona il ruolo di osservatore e si unisce al blocco dei Paesi Ue che considerano l'atomo parte della strategia energetica del futuro. L'annuncio è arrivato dal ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin (in foto), al Consiglio Energia di Lussemburgo. «Si tratta di una decisione in linea con le scelte del governo, che promuove con convinzione la neutralità tecnologica per una transizione sostenibile, sicura e resiliente», ha detto.
L'Alleanza promossa dalla Francia e composta da quattordici Paesi punta a rafforzare l'intera filiera del nucleare civile, garantendo accesso al capitale e innovazione. Per l'Italia, l'ingresso coincide con l'avvio del disegno di legge nazionale sul ritorno all'energia atomica. «L'Italia sta seguendo una strategia che, in maniera trasparente e graduale, promuove una rivalutazione pragmatica del ruolo del nucleare come fonte decarbonizzata, sicura, affidabile e programmabile», ha sottolineato Pichetto.
«Con la nostra adesione ha aggiunto potremo contribuire attivamente alla definizione del programma di lavoro dell'Alleanza, attualmente in discussione, e partecipare al gruppo sul financing, per garantire parità di accesso ai fondi rispetto alle altre fonti low-carbon». Un passaggio strategico, rafforzato anche dalla crescente pressione Ue per vietare le importazioni di gas russo entro il 2027.
Sul fronte europeo, mentre l'asse franco-svedese guida la spinta pro-nucleare, la Germania si mostra più flessibile. Pur restando fuori dall'Alleanza, ha partecipato all'ultima riunione come osservatrice e ha fatto sapere che non si opporrà più all'inclusione dell'atomo tra le energie verdi nella legislazione Ue. Segnali di una nuova sensibilità verso un settore che secondo la Commissione richiederà 241 miliardi di investimenti al 2050.
Al fianco del governo, si muove anche tutto il sistema Paese. Intesa Sanpaolo, tramite Neva Sgr, investe già da anni nel nucleare innovativo. La società, controllata dal gruppo e specializzata in venture capital, ha puntato su Commonwealth Fusion Systems (Cfs), la startup americana nata dal Mit che sta sviluppando un reattore a fusione a confinamento magnetico. «Facilitiamo il contatto con il mondo della ricerca e con la filiera manifatturiera d'eccellenza del nostro Paese», ha spiegato il presidente di Neva, Luca Remmert.
E l'industria italiana non resta a guardare. Ansaldo Nucleare ed Enea, insieme ai partner europei Raten e Sck-Cen, hanno appena lanciato il Consorzio Eagles per sviluppare il reattore modulare raffreddato a piombo Eagles-300.