Tagli da un miliardo alle pensioni?

Pronto un prelievo di solidarietà per aiutare esodati e cassintegrati. Renzi: "Questi piani non li conosce nemmeno il governo". Ma l'ipotesi resta

Tagli da un miliardo alle pensioni?

Un miliardo di euro all'anno. Tanto serve al governo per aiutare esodati e cassintegrati, ma anche per rafforzare le pensioni minime. Così tra i piani del governo spunta ora l'ipotesi di un prelievo di solidarietà per chi percepisce una pensione "d'oro o d'argento".

Secondo quanto riporta Repubblica, i tagli verranno applicati sulla differenza tra l’assegno pensionistico che si riceve in base alle regole pre riforma Dini (1996) e l’importo teorico che si sarebbe maturato applicando il metodo attuale.

"I giornali di agosto sono pieni di progetti segreti del governo. Talmente segreti che non li conosce nemmeno il governo. #nonesiste", prova a smentire il premier Matteo Renzi su Twitter.

Di certo, a parlare di un ritocco a "pensioni d'oro e d'argento" è stato in primis il commissario per la spending review, Carlo Cottarelli. Proprio lui all'inizio del suo mandato aveva ventilato l'ipotesi di un contributo di solidarietà diverso da quelli attuati in precedenza e bocciati dalla Corte costituzionale. Il tema è stato rilanciato nei giorni scorsi dal ministro del lavoro, Giuliano Poletti, e lo stesso Renzi non ha mai escluso un provvedimento simile sulle pensioni assegnate con il sistema retributivo sopra ai 3500 euro netti al mese.

Cosa in effetti finirà nella legge di Stabilità si scoprirà entro il 20 ottobre, ma in effetti all'interno del governo le posizioni in merito sono diverse. Già nei giorni scorsi, qualcuno a Palazzo Chigi si è scagliato contro un possibile contributo di solidarietà. Come il viceministro dell’Economia, Enrico Morando (Pd), secondo cui è bene rimandare la questione.

Anche in Parlamento il clima non è dei migliori, con il presidente della commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano (Pd), che si dice "assolutamente contrario al prelievo indiscriminato sulle pensioni per cifre non meglio precisate, per il solo fatto che sono state definite con il sistema retributivo". "C’è il rischio che così si vadano a colpire le pensioni medie", ha spiegato. Sul piede di guerra anche Renato Brunetta (FI): "Certamente il ministro Poletti saprà che tutte le pensioni in essere in Italia sono da considerarsi privilegiate, in quanto la rendita pensionistica è sempre superiore ai contributi versati. Per il principio costituzionale sopra enunciato, quindi, ogni intervento deve avere una applicazione universale.

Ne deriva che se si adottasse fino in fondo il metodo dell’equivalenza tra contributi versati e rendita pensionistica, noi dovremmo tagliare tutte le pensioni, con grande sorpresa, a partire da quelle di anzianità e da quelle sociali, che in genere hanno un livello di intervento dello Stato maggiore, nonostante gli importi modesti. È questo che il governo vuole?".

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