Guerra in Ucraina

Tecniche di guerriglia e armi ad alta tecnologia. La "tattica ucraina" cambia i canoni della guerra

Mai usate così tante "anticarro". I droni hanno impedito operazioni a sorpresa

Tecniche di guerriglia e armi ad alta tecnologia. La "tattica ucraina" cambia i canoni della guerra

Comunque si concluda la Guerra in Ucraina, quanto sia risibile chiamarla operazione speciale ormai è evidente persino ai russi, bisogna prendere atto che sicuramente questo conflitto ha segnato un cambiamento dal punto di vista tattico e strategico. Nel corso del Novecento ci sono tecniche di combattimento che hanno fatto scuola. Il secondo conflitto mondiale ha cambiato le strategie con l'idea del Blitzkrieg. Il Vietnam ha chiarito il peso della guerriglia anche contro forze preponderanti. L'Afghanistan e l'Irak, dove le coalizioni occidentali hanno rapidamente vinto ma pagato carissimo il controllo del territorio, hanno reso evidente a tutti il concetto di conflitto asimmetrico. Le truppe ucraine invece ci hanno messo di fronte a una modalità di combattimento per cui non c'è probabilmente ancora un nome, potremmo chiamarla guerra per cybercommando, guerra «dronizzata».

Partiamo dall'inizio delle ostilità. In teoria la macchina bellica del Cremlino, enorme seppur vecchiotta, era partita con il piede giusto. Una serie di attacchi mirati per decapitare il sistema di comando e controllo ucraino, una rapida conquista della superiorità aerea. Dopo sono entrate in funzione grandi colonne di mezzi che avrebbero dovuto essere in grado di proteggersi da ogni tipo di attacco. Il primo dato evidente è che il sistema di comando e controllo ucraino era talmente flessibile e decentrato che la prima parte del piano è immediatamente saltata. Soprattutto gli ucraini hanno dimostrato che esisteva un modo completamente diverso per continuare a controllare la terza dimensione del campo di battaglia: il cielo. Ovviamente su questo il pensiero di tutti va al drone d'attacco turco Bayraktar TB2. Ma il ragionamento è più ampio, gli ucraini sono riusciti a utilizzare perfettamente ogni tipo di drone anche civile. In pratica i singoli plotoni del loro esercito, persino le singole pattuglie si sono presentate sul campo di battaglia con il proprio personalizzato sistema di ricognizione. Questo ha impedito ai russi qualsiasi tipo di operazione a sorpresa. Guidato dalla sorveglianza aerea di un drone, un singolo mortaio da 60 millimetri può trasformarsi in un incubo. Ora gli Usa sono addirittura arrivati a creare un drone kamikaze appositamente progettato a partire dalle indicazioni ucraine, il Phoenix Gost. Gli ucraini per altro producono in casa il piccolo R-18 che trasporta bombe da 5 chili e dà la caccia ai tank. Un'altra incredibile svolta è stata prodotta dall'uso di armi anticarro come Nlaw e Javelin. In nessun conflitto sono state utilizzate così tanto. Il che ha prodotto un logorio non immaginabile per le forze corazzate russe. Ma non sono gli anticarro in sé. Gli ucraini hanno sviluppato, in collaborazione con i corpi speciali occidentali, una tecnica di impiego molto diversa da quella classica. Giusto un esempio: usando materassini da un paio di euro chiamati karemat, sono riusciti a nascondersi ai sensori per il calore dei droni russi e hanno colpito, senza essere contrastabili, le colonne di mezzi corazzati di Mosca. Il tutto mentre la Russia lanciava senza risultati militarmente apprezzabili (ma con strage di civili) migliaia di costosi missili.

Questo senza contare che gli ucraini sono anche riusciti a mettere alle strette la flotta russa del Mar Nero, ambito in cui sulla carta non c'era confronto possibile.

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