Teheran colpisce l'ospedale simbolo Israele: "Usate bombe a grappolo"

Missili balistici iraniani sulla clinica di Beer Sheva. Colpite anche Tel Aviv, Holon e Ramat Gan: oltre 270 feriti. Razzi Idf sul reattore di Arak. "Ucciso il capo dell'esercito"

Teheran colpisce l'ospedale simbolo Israele: "Usate bombe a grappolo"
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L'asticella del conflitto fra Israele e Iran si alza ancora ed è il bilancio amaro di una giornata che ha segnato la fine dei primi sei giorni di guerra e l'inizio della settima notte di raid e missili. Non solo Teheran ha colpito il principale centro medico della regione del Negev, l'ospedale Soroka di Beer Sheva, nel Sud, "un crimine di guerra" che supera "una linea rossa", secondo il ministro della Salute israeliano, Uriel Bosso, un attacco che ricorda "cosa è veramente in gioco e quali valori Israele sta difendendo", aggiunge il capo dello Stato Isaac Herzog, che sottolinea come la struttura curi "israeliani di ogni fede e i nostri vicini palestinesi" e accolga arabi e israeliani nel proprio staff. Ad alzare l'asticella dello scontro contribuisce la notizia, confermata dall'Idf (le Forze di Difesa israeliane), sull'uso da parte dell'Iran di missili balistici che contenevano bombe a grappolo nei suoi attacchi diretti su tutto il territorio di Israele. Le cluster bombs, proibite da una Convenzione Onu, hanno la caratteristica di dividersi durante la discesa, in una ventina di ordigni più piccoli in un raggio di 8 km. Da qui la raccomandazione dell'Idf agli israeliani: "Alcune delle munizioni potrebbero rimanere a terra e non esplodere. Non toccate gli oggetti caduti o sospetti: chiamate immediatamente i soccorsi".

Il bilancio della nuova ondata di missili iraniani su Israele, proseguita per tutta la giornata, è di almeno 270 feriti, di cui 4 gravi, dopo che gli ordigni non intercettati dalla Difesa israeliana hanno colpito Tel Aviv, Holon e Rabat Gan, sobborghi di Tel Aviv, oltre che Beer Sheva. Teheran sostiene che l'obiettivo non fosse l'ospedale, ma basi militari nei dintorni. Ma l'attacco scatena reazioni durissime dei vertici israeliani. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha visitato la struttura, promette: "Riscuoteremo il prezzo pieno dai tiranni di Teheran". E ricorda il prezzo che "tutti" gli israeliani stanno pagando, compreso il figlio Avner, costretto per la seconda volta ad annullare il matrimonio. Più tardi, alla tv Kan 11, "Bibi" aggiunge orgoglioso: "Ho detto che avremmo cambiato il volto del Medio Oriente, ma ora stiamo cambiando il mondo". Sull'intervento degli Stati Uniti, che secondo funzionari si deciderà entro 24-48 ore ma per la Casa Bianca "entro le prossime settimane", il premier non si sbilancia: "È una decisione che spetta a Trump", che - ricorda - "sta già facendo molto" e "conosce il gioco". Quanto all'eliminazione della Guida Suprema iraniana Ali Khamenei: "Nessuno è immune. Tutte le opzioni sono aperte", taglia corto Netanyahu. Più esplicito il ministro della Difesa Katz: "Khamenei è il moderno Hitler. Non può continuare a esistere".

Anche senza l'intervento diretto degli Stati Uniti nel conflitto, Israele prosegue la sua offensiva sull'Iran. Una nuova ondata di attacchi nell'Ovest del Paese ha danneggiato due terzi dei lanciatori di missili iraniani, un sito utilizzato per lo sviluppo di armi nucleari a Natanz e l'impianto nucleare di Arak, 250 km a Sud-Ovest di Teheran, dove si trova un reattore ad acqua pesante. L'impianto era stato evacuato dopo l'avviso dell'Idf e anche l'Agenzia internazionale per l'Energia atomica (Aiea) conferma che non c'è "alcun pericolo di radiazioni". I morti da inizio conflitto sono 640, secondo l'ong Hrana, frutto anche dall'assenza di rifugi per i civili. Report non confermati indicano anche che Israele avrebbe eliminato Abdolrahim Mousavi, capo di Stato Maggiore, dopo aver ucciso i tre predecessori.

Dal bunker dove è nascosto, l'ayatollah Khamenei tira acqua al proprio mulino: "L'entrata in scena degli amici americani del regime sionista è un segno della debolezza e dell'incapacità di quel regime". Poi l'appello agli iraniani dal suo account X: "Avanti con forza. Vinceremo".

Ma Israele, con o senza gli Usa, prosegue gli attacchi. Anche quelli di guerra ibrida, a giudicare dai 90 milioni di dollari sottratti da hacker con possibili legami con Israele a Nobitex, il più grande exchange di criptovalute iraniano.

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