L'analisi del G

La tela diplomatica di Giorgia dietro il varo della strana alleanza

Da sola ha convinto Ursula, Inghilterra, Francia, Olanda e Albania

La tela diplomatica di Giorgia dietro il varo della strana alleanza

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Politici e opinionisti di casa nostra preferiscono fingere di non accorgersene. Eppure quella lanciata giovedì da Giorgia Meloni al vertice della Comunità politica europea di Granada è una vera Rivoluzione Copernicana. Una «rivoluzione» sbattuta in faccia a Spagna, Germania e al blocco socialista europeo. Certo, obbietterà qualcuno, la Meloni usufruiva di un format che garantisce la partecipazione di governi estranei all'Ue. Quisquilie. In verità Giorgia ha fatto quel che nessun altro politico italiano ha mai tentato. Prima ha messo all'angolo la Spagna di Pedro Sanchez pronta a cassare il tema migranti dall'ordine del giorno del Consiglio Ue. Poi ha voltato le spalle alle ambiguità della Germania che, mentre ipotizzava un timido sì a Patto Ue sui Migranti, si preparava a pugnalarci alle spalle bloccando il Memorandum con la Tunisia. Non a caso dopo quell'avvertimento il Cancelliere Olaf Scholz ha assunto, lo si è visto nel bilaterale di ieri, un atteggiamento assai più accondiscendente. Per mettere in piedi questa «rivoluzione» politica la Meloni non ha esitato ad inventarsi un Consiglio Europeo alternativo in cui accanto al premier inglese Rishi Sunak, simbolo dell'addio britannico all'Unione, sedevano il presidente francese Emmanuel Macron, il premier albanese Edi Rama, il dimissionario premier olandese Mark Rutte e la leader della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Un consesso talmente eretico per forma e partecipanti da sembrare la premessa di un putsch interno all'Europa. Anche perché a discutere con la Meloni c'era la Presidente di una Commissione pronta un tempo a dichiarar guerra a Londra. Eppure con i conservatori Sunak e Meloni sedeva un Macron elogiato un tempo come l'uomo nuovo della sinistra europea. E ad aumentar il puzzo di eresia s'aggiungeva un Edi Rama colonna del socialismo europeo. Ma tra gli eretici di Granada sedeva pure Mark Rutte alfiere, un tempo, di quell'Europa dei «frugali» sempre pronta a schifare l'Italia e i suoi governi. E, invece, eccoli tutti lì pronti non solo ad ascoltare, ma ad accordarsi con quella che i dem nostrani e i loro alleati europei dipingono come l'ultima degli impresentabili. Tanto impresentabile da aver messo nero su bianco i nuovi principi della lotta all'immigrazione irregolare spazzando via l'ipocrisia in cui sguazzano Pd e socialisti europei. L'ipocrisia di Madrid che pur di garantirsi i respingimenti dei migranti nelle enclavi di Ceuta e Melilla fa carne di porco dei negoziati sull'ex Sahara spagnolo accettando ogni richiesta di Rabat. La doppiezza di Berlino che dipinge la Tunisia come il buco nero dei diritti umani, ma non si vergogna di riesaminare la ripresa dei rimpatri nell'Afghanistan dei talebani. In tutto ciò il vero raggio di sole sono i nuovi orizzonti aperti dagli eretici di Granada. Orizzonti non più soggetti ai vincoli politico-burocratici della Ue, ma definiti da accordi tra Stati sovrani in grado di dar vita ad azioni concrete. Prendiamo, ad esempio, l'idea di una missione navale pronta a bloccare le partenze, trasferire i migranti in centri extra-europei e affidare i loro rimpatri all'Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Un'eresia per l'Ue.

Un'ipotesi di lavoro concreta per un'alleanza di liberi Stati sovrani formata da Gran Bretagna, Italia, Francia, Olanda e Albania.

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